• Leonardo Sacco dello sviluppo economico. Né occorre sottolineare - aggiungeva Colombo - come un simile impegno possa giovare alle forze politiche le cui polemiche oggi, fra noi, si muovono, in uno scomposto modo pendolare, fra il dibattito ideologico, sempre necessario per non degenerare nel qualunquismo, ma ·non sufficiente per avviare una politica concreta, e i contrasti della vita locale non sempre ispirati ad alte idealità. Partiti e loro dirigenti saranno necessariamente condotti a dare un contenuto alla loro politica, a non ragionare in base a schemi prefabbricati, ma ad ancorare le loro visioni ideologiche ad una realtà, fuori dalle demagogie e dalle genericità». Tutto ciò premesso, possiamo cominciare col resoconto dell'anno trascorso per la pianificazione regionale in Basilicata, dall'ottobre '61 in poi. È solo il 16 ottobre dell'anno scorso, infatti, che a Potenza è stato insediato il Comitato direttivo per il Piano. Tale comitato comprende i Presidenti delle due Camere di Commercio (quello di Potenza, prof. Gabriele Gaetani d'Aragona presiede il comitato), i Presidenti delle due Amministrazioni Provinciali, il Provveditorato alle 00. PP., l'Ispettore compartimentale agrario, i rappresentanti dell'Ente Irrigazione, dell'Ente Riforma, dell'Ufficio Regionale del Lavoro, del Distretto Minerario, degli Enti Turismo, dei Consorzi di Bonifica, delle associazioni di categoria (industriali, commercianti, agricoltori) e dei tre sindacati dei lavoratori (CGIL, CISL, UIL). A fianco del Comitato c'è un « gruppo di lavoro» per il settore agricolo, quello dell'industria e delle fonti d'energia, quello terziario. A chi assistette alla cerimonia d'insediamento, apparve dubbio che ci fosse una concordanza di idee tra i componenti il Comitato. La pianificazione regionale aveva dietro di sé un nutrito bagaglio di dibattiti ed esperienze, di vari anni. Quanta parte ne era conosciuta, quali erano in quella sede le idee prevalenti? Difficile dirlo, perché non c'era. stato nella regione, in previsione dell'inizio del lavoro per il Piano, alcun dibattito preparatorio. Nemmeno le amministrazioni locali avevano discusso chi designare e con quali impegni. Il prof. Rossi-Doria cercò di avviare il discorso sul piano tecnico. È certamente da considerare superata, egli disse, la metodologia usata, per esempio, per il piano della Campania. Oltre tutto la Basilicata rappresenta un caso particolare, di regione la cui situazione è talmente dinamica da non consentire una tempestiva previsione degli spostamenti delle forze di lavoro. Inoltre, per la B_asilicata c'è una serie notevole di studi e piani particolari, di settore, siccl1é occorre procedere piuttosto ad un'analisi relativamente semplice per giungere ad una definizione sia delle zone agricole che di quelle industriali. Le prospettive futt1re sarebbero derivate, secondo Rossi-Doria, da una programmazione dello sviluppo della regione come logica conseguenza sia sul piano economico che su quello dei dettagli degli interventi. Il ministro Colombo, intanto, aveva brevemente esposto la questione dei piani regionali e delle funzioni cui i rispettivi comitati erano chiamati. Dopo un accenno ai tentativi che proprio. in Basilicata- erano stati fatti per 42 \ ' Bibliotecaginobianco
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