Giornale a più voci E sono modestissimi persino al termine del liceo classico, ove ai candidati agli esami di maturità si richiede appena di tradurre quindici righe di latino in quattro ore col vocabolario! E nonostante ciò, un gran numero di candidati inzeppa la prova di errori. Non parliamo poi dei risultati nel liceo scientifico e nell'istituto magistrale. In compenso la conoscenza dell'italiano diventa sempre meno sicura, sempre più scadente, man mano che nella scuola media entrano i ragazzi dei ceti più modesti; e la colpa è anche del latino, giacché l'insegnante di latino, che è anche insegnante di italiano, storia,· educazione civica e geografia, o per deformazione professionale o per un antico pregiudizio o per la rnaggior difficoltà che la materia presenta, sovente « n1ba » tempo alle altre discipline per insegnare « meglio» il latino, cui dedica e fa dedicare dagli alt1nni le migliori energie. Così alla fine dei corsi gli allievi non sanno il latino ma, per compenso, non posseggono bene l'italiano. Di questo avremmo voluto chè parlassero gli oratori della destra conservatrice. E il proble1na, visto sotto questa luce, è così grave che proprio con questa n1otivazione un quotidiano non certo « marxista» come « La Stampa» si è schierato decisamente in favore dell'abolizione (La scuola e il latino, 20 settembre 1962). C'è poi un altro aspetto della questione del latino, un aspetto cui si è rivolta ancora meno l'attenzione dei parlamentari: chi insegnerà il latino tra qualche anno? Intendiamo dire: chi sarà in grado di insegnarlo bene? La miope politica scolastica degli anni cinquanta ha collocato ormai la professione dell'insegnante, agli occl1i dei giovani, in u11a luce opaca, sia per "il meschino trattamento economico, sia per la mancanza di incentivi e di premi per i volenterosi, i preparati, i capaci, i dotati di spirito d'iniziativa. La professione dell'insegnante medio diventa sempre più appannaggio delle donne (nelle facoltà che preparano i professori medi il 75% degli studenti è costituito da donne; e il numero dei maschi continua a scemare); inoltre persino le studentesse « più brave » oggi disertano questa carriera, e s'avviano verso altre facoltà, e professioni. Le relazioni delle commissioni esaminatrici dei concorsi a cattedre di scuole medie hanno segnalato più volte il continuo abbassarsi del livello n1edio dei concorrenti. E non si tratta solo dell~ qualità intellettuali e della preparazione culturale, ma anche delle qualità dette comprensivamente « morali»: è sempre più raro che studenti e studentesse dotati di spiccata personalità si avviino all'insegnamento; aumentano invece gl'individui opachi, di spirito e mentalità angusti, senza veri interessi mentali e spirituali, come ha messo in luce, tra l'altro, l'inchiesta di C. L. Ragghianti e G. Nannicini Canale (Dall'Università alla scuola, Milano, Comunità, 1961). Per restringerci al latino, nei concorsi degli ultimi dieci anni a cattedre di latino nelle scuole medie dei vari tipi, sovente non tutte le cattedre messe a concorso sono state assegnate, benché i concorrenti fossero in numero molto superiore ai posti. D'altra parte, l' « esplosione scolastica » in corso fa prevedere che il numero degli studenti che frequenterà la scuola media nei prossimi an11i sarà enormemente superiore all'attuale; nella sola scuola 37 Biblioecaginobianco
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