Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Note della Redazione Naturalmente gli e11ti di sviluppo potrebbero nascere male, o subire una degenerazione dopo essere nati. Ma questo non significa che non vi sia una motivazione per crearli, come ha scritto Panfilo Ge11tile, sul « Corriere della Sera», dichiarando inoltre che gli enti di sviluppo, indebolendo l'apparato bonomiano, possono giovare solo ai comunisti, e n.on ai contadini. Qui • si vede veramente fino a che punto l'opposizione di destra si sia abbandonata alla più grossolana demagogia e perfino alla falsificazione dei termini politici delle questioni che si discutono. Se la studi, Panfilo Gentile, la questione degli enti di sviluppo; se la studi prima di scriverne. Dal ca11to nostro attendiamo il progetto ufficiale e ci auguriamo che esso sia conforme alle esigenze che sono state indicate da Dell'Angelo; e sia conforn1e pure all'esi- , genza di indebolire l'apparato bonomiano che 1'011.Malagodi e il « Corriere della Sera » difendono con tanto accanimento, dimenticando che esso, oltretutto, rappresenta proprio per i co1nunisti un sempre più facile obiettivo polemico. Un discorso da approfondire Quando questo nun1ero di « Nord e Sud» sarà distribuito, il convegno internazionale da noi organizzato con la collaborazione di amici francesi sar4 alle 11ostre spalle. Esso, infatti, si svolge fra il 29 ottobre ed il 1 novembre. Tema del convegno è lo sviluppo eco110111icoe sociale dei paesi del Mediterraneo e noi ci ripromettiamo di pitbblicare eventualn1ente ù1 un prossimo numero di « Nord e Sud» le relazioni che presentano maggiore interesse. È stata preparata - da noi stessi - una relazione sulla politica italiana di sviluppo del Mezzogiorno; altre relazioni sono state preparate da studiosi greci, iugoslavi, tunisini, spagnoli; e quanto alla relazione conclusiva - che si propone di n1ettere in evidenza i caratteri comuni e le diversità fra i problemi di sviluppo che si pongono nei diversi paesi mediterranei - essa è stata affidata a I ean Cuisenier, che ha recentemente diretto sulle pagine di «Esprit» una interessante discussione sulla pianificazione francese. Che un incontro del genere, fra studiosi dei proble1ni di sviluppo economico e sociale dei paesi mediterranei, si svolga oggi a Napoli, per iniziativa di ambienti politicamente qualificati in senso democratico ed antifascista, non è cosa priva di significato se si pensa che tutte le volte che ìn Italia si è parlato di Mediterraneo, di paesi mediterranei e di relazioni del nostro Mezzogiorno con questi paesi, se ne è parlato in termini fascisti, di deteriore geopolitica nazionalista onde, finora, una certa allergia degli ambienti democratici italiani per tutto ciò che ricordasse, sia pure da lontano, l'odioso « n1are nostrum ». Noi vogliamo, invece, aprire un discorso nuovo, di tùnbro assai diverso da quello dei tradizionali discorsi italiani 33 Bibliotecaginobianco ,

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