Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Vittorio de Caprariis l'idea di dar battaglia al g6llismo sul suo stesso terreno: perché, t1na volta accettato il principio della repubblica presidenziale e quello dell'elezione diretta del capo dell'esecutivo (e non vedo come si poss~ .accettare il primo senza il secondo), tutte le altre differenze, che sono rilevantissime per gli specialisti e che sono, altresì, o·biettivamente importanti, rischiano di apparire semplici sfumature al grosso dell'opinione. Le grandi battaglie politiche si danno su temi chiari, sulle grandi scelte: forse in questo la classe politica francese si sbaglia meno di quanto non pensino i membri del « Club J ean Moulin ». È evidente che molte delle considerazioni che si sono fatte in questo articolo valgono non solo per la Francia, ma anche per l'Italia: anche da noi si pongono, sia pure, per nostra fortuna, assai meno drammaticamente, proble1ni di riforme istituzionali; anche per noi è urgente so·ddisfare l'esigenza di un esecutivo stabile ed efficiente e rivedere interamente la questione dei rapporti tra esecutivo e legislativo. E se è vero, come s'è appena accennato, cl1e non v'è urgenza dram1natica, è vero. anche che v'è il pericolo che ci si addormenti nella roiLtine e si perda del tempo prezioso. Un paio d'anni fa, scrivendo di questi problemi in questa rivista, avevo accennato alla necessità di rivedere il giudizio tradizionale, che si dà di solito in Europa, sul regime presidenziale, di esorcizzare il fantasma famoso del bonapartismo e di considerare se la repubblica di tipo presidenziale 110n potesse offrire la soluzione pei nostri problemi. Devo dire adesso che, avendo ristudiata la questione ed avendovi riflettuto, mi sembra di aver peccato, allora, per eccesso di ottimismo: sono convinto che allo stato clelle cose il regime presidenziale non sia la soluzio11e desiderabile, e che contenga, per noi, più pericoli che vantaggi; e le ragioni sono quelle esposte di sopra, a proposito del progetto del « Club Jean Moulin ». In uno stato che ha fortissime tradizioni di accentramento il potere di un esecutivo presidenziale sarebbe enorme 11ei confronti dei cittadini; in un paese a pluralità di partiti, ma dove il termine pluralità significa più di due partiti, questo potere. enor1ne verso i cittadini rischierebbe di essere debolissimo nei confronti delle legislature. Da ultimo, mi pare che sia un grave errore identificare la stabilità dell'esecutivo con la sua efficienza: se è vero che un esecutivo instabile non è quasi mai efficiente, è vero anche che un esecutivo stabile può essere debolissimo ed inetto (ed anche a questo proposito la storia americana ci può fornire qualche esempio eloquente). E il problema di fondo è proprio quello di un esecutivo efficiente, alla misura, come s'è detto, delle nuove, enormi responsabilità di direzio11e politica ed economica -e di riequilibratore 26 Bibliotecaginobianco

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