Vittorio de Caprariis sarebbe veramente paradossale che non vi fosse bisogno di un tale rivoluzionamento pei francesi, quando gli studiosi americani di scienze politiche chiedono per il loro paese « un più responsabile sistema d~i . partiti! ». D'altra parte, gli estensori del progetto presidenziale francese paiono aver intuito la difficoltà allorché introducono, in modo, per la verità, assai ambiguo, il diritto di dissoluzione: « se si teme - essi scrivono - che i mezzi classici per risolvere i conflitti tra i poteri siano insufficienti, si potrebbe stabilire la concessione al presidente ed al Parlamento, su un piano di assoluta uguaglianza, del diritto di provocare nuove elezioni, rimettendo in discussione tutti i mandati, così quello presidenziale come quelli parlame11tari. Si avrebbe, così, veramente, l'arbitrato del paese ... ». Troppo semplice, se non addirittura troppo candido. Questo nuovo tipo di dissoluzione darebbe un'arma di più nelle mani dei legislatori, i cui problemi elettorali sono, com'è ovvio, assai meno rilevanti di quelli di un candidato alla presidenza: la conseguenza di una simile prassi non sarebbe certo l'instabilità dell'esecutivo a causa di una serie intern1inabile di dissoluzioni, ma, più semplicemente, un ulteriore depotenziame11to dell'esecutivo stesso, che si troverebbe esposto a nuove pressioni ed a piu efficaci ricatti. D'altra parte, che anche un regime presidenziale esiga quel rivoluzionamento in profondità della vita politica, a cui si è già più volte accennato, mi sembra st1ggerito dall'esperienza della lotta politica negli Stati Uniti, la quale, com'è noto, è fondata sul sistema cosiddetto bipartitico. Non sono affatto un fanatico credente nell'eccellenza del bipartitismo e neppure uno di coloro che vorrebbero vederlo introdotto ad ogni costo anche in Italia, sebbene sia consapevole che esso semplifichi di molto i problemi. Ma quando il sistema bipartitico, c'è, esso produce certe co11seguenze, di cui bisogna prendere atto, perché il trascurarle impedirebbe di i11te11dere l'effettivo funzionamento, di tutta la macchina politica. « Le necessità delle elezioni presidenziali - si legge nel rapporto del « Club J ean Moulin » - assicureranno, come negli Stati Uniti, la formazione di due grandi costellazioni senza rigidezza e senza rigore »: ancora una volta bisogna dire che la proposizione è troppo semplice. Da più di un secolo, sia pure con nomi diversi, negli Stati Uniti le due « costellazioni » esistono già per provvedere alle necessità delle elezioni presidenziali; laddove in Francia dovrebbero essere queste « necessità » a generare le famose « costellazioni ». La distinzione 110n è frutto di sottigliezza sofistica; e se ci si riflette un momento, si vedrà che la differenza tra la situazione americana, fondata sul bipartitismo, e quella francese, fondata sul pluripartitismo (e non si din1entichi che uno almeno dei partiti- francesi contesta il 22 Bibliotecaginobianco
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