Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Riforma delle istituzioni e repubblica presidenziale giudicare delle differenti soluzioni costituzionali in astratto, e non nel concreto funzionamento di tutta la macchina politica: e proprio l'esempio americano, che è invocato dal « Club Jean Moulin », serve, mi pare, a dimostrare in modo eccellente la validità di questo rilievo. È lecito chiedersi se gli estensori del nuovo progetto costituzionale abbiano tenuto nel giusto conto il fatto che gli Stati Uniti d'America sono una repubblica federale; e che, in conseguenza, il fatto stesso di essere una federazione di stati che hanno conservato ognuno una parte sia pure piccola di sovranità (si badi bene: di sovranità) costituisce un limite poderoso dell'esecutivo federale. Insomma, negli Stati Uniti v'è una duplice separazione di poteri: quella classica montesquieviana, che anzi si presenta qui nella sua forma più pura, dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario al livello federale; e l'altra di una distribuzione dei poteri tra lo stato federale ed i singoli stati (nell'ambito, dei quali si riproduce la separazione classica montesquieviana). È ben vero) che l'evoluzione degli ultimi trent'anni ha portato negli Stati Uniti ad un rafforzamento crescente del potere federale e ad un indebolimento di quello dei singoli stati: ma resta il fatto che tutta una serie di attività e di interventi, tutta una sfera della legislazione, sono sottratte alla competenza federale e riservate a quella statale; e resta l'altro, fatto che_ gli stati esistono e costituiscono .. per il fatto solo di esistere, dei centri di potere, e dunque dei centri potenziali di resiste11za agli eventuali tentativi di prevaricazione da parte dell'esecutivo federale. Di tutto ciò in Francia (e, almeno per ora, in Italia) non v'è neppure l'ombra. Quale sarebbe, allora, la forza di un esecutivo di tipo presidenziale (fornito, per di più, della larga autonomia di cui gode in taluni settori l'esecutivo federale degli Stati Uniti) in stati fortemente centralizzati come il francese o l'italiano, e nei quali non v'è solo un'amministrazio 1 ne centralizzata, ma anche una fortissima tradizione di accentramento? Non mi pare che la risposta a· questa domanda consenta molti dubbi: la forza sarebbe enorme, e tale da minacciare in modo veramente pericoloso le libertà individuali dei cittadini. Per i membri del « Club J ean Moulin », tuttavia, la soluzion~ presidenziale non è la migliore delle soluzioni; anzi, essa è sicuramente « inferiore, dal punto di vista ideale, al regime parlamentare, che, nella sua versione moderna, realizza, grazie al sistema dei partiti politici, una stupefacente economia di mezzi, dal momento che, attraverso le elezioni generali, gli inglesi scelgono insieme il capo dell'esecutivo, i deputati e, con una specie di referendum implicito, il programma della legislatura». Abbiamo già visto che ciò che garentisce la stabilità dell'esecutivo in Gran Bretagna non è l'unità e l'indissolubilità di queste 19 Bibliotecaginobianco

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