• Giovanni Cervigni ideologica » di S. Pellegrino, si ha l'in1pressione che le distanze si siano sensibilmente raccorciate e che molte posizioni non siano più cattoliche che laiche, o viceversa. Esse si qualificano più esattamente come posizioni del pensiero moder110, arricchite da quelle esperienze del mondo anglosassone contro le quali a volte polemizzavano i cattolici anche di sinistra negli anni cinquanta; e queste posizioni oramai sembrano discriminarsi in modo veramente marcato solo da quelle proprie dell'ortodossia marxista di stretta osservanza e da quelle che si ispirano a non meno venerande concezioni liberiste. Con varie sfumature e con varie interpretazioni tali posizioni rac• colgono ora un consenso molto ampio in seno al partito democristiano, per lo meno alla parte più vitale di esso, dato che a S. Pellegrino erano assenti tanto coloro che risultano « superati », per così dire, dal nuovo corso ideologico democristiano (sulliani e gonnelliani) quanto gli ambienti per i quali la politica sembra essere un mero problema di potere (dorotei), gli uni e gli altri perché, evidentemente, privi di argomenti per una discussione a questo livello. A tale consenso non sembra si possa dare un significato diverso dalla constatazione di una significativa maturazione intervenuta fra i de1nocristiani in un quindicennio d'esercizio del potere, la cui scuola è loro servita a liberarsi di gran parte degli schematismi ideologici coltivati in una secolare polemica contro lo stato moderno. Per chi è portato a cor1siderazioni avveniristiche il discorso potrebbe poi spostarsi ancora più avanti: cessate le ragioni della polemica, per riconoscimento solenne della stessa Chiesa, si vanno dissolvendo, sia pure lentamente, le ragioni stesse dell'esistenza polemica di autonomi partiti di cattolici e la lotta politica tende ad incanalarsi su schemi che ad essa sono più propri. GIOVANNI CERVIGNI 14 Bibliotecaginobianco
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