Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Il Convegno di S. Pellegrino avere maggiore peso nella vita morale della nazione d'un partito che ne informava la vita politica da un quindicennio. La politica scacciata dalle porte finisce quindi col rientrare dalla finestra, per usare un vecchio adagio, banale, se si vuole, ma a questo proposito alquanto efficace. E vi rientra allorquando si tratta di esaminare l'articolazione democratica del piano, intorno a cui si raggruppano, secondo il parere unanin1e del Convegno, i problemi della società moderna. Il tema affidato ad Andreatta in questo parere si risolveva, pur prendendo a proprio titolo uno degli argomenti tradizionali del pensiero cattolico: « Pluralismo sociale, programmazio,ne e libertà ». In pratica, Andreatta ha delineato un complesso, sistema di « checks and balances », con una serie di proposte originali, alcune delle quali accettabili, altre discutibili, ed altre ancora da rigettare, ma tutte interessanti. Fra le prime, le riforme suggerite in materia di diritto societario, o le indicazioni formulate per garantire l'indipendenza degli organi di stampa; fra le ultime, le norme proposte per definire la posizione dei sindacati nei confronti della politica di piano. Secondo lo schema di Andreatta, difatti, il sindacato si trova ad essere escluso dalla partecipazione alle decisioni programmatrici, poiché ad esso « ripugna d'essere una cinghia di trasn1issione della politica di piano », ma, nello stesso tempo, la sua autonomia deve essere contenuta « entro limiti compatibili con la politica di programmazione ». Si tratta, cioè, di accettare dei limiti senza partecipare alla genesi delle decisioni che tali limiti impongono. È un discorso che i sindacalisti di qualunque colore difficilmente possono accettare, e che, difatti, è stato rigettato dai sindacalisti democristiani presenti a S. Pellegrino, da Donat-Cattin e da Pastore, che, per suo conto, ha altresì contestato l'accusa mossa da Andreatta ai sindacati, di essere, sia pure parzialmente, responsabili dell'affossamento dello, scl1e1na Vanoni. Non si può affermare questo, quando, secondo ciò che ha affermato il Presidente del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno (che al tempo dello schema Vanoni guidava la CISL), nessun invito è stato rivolto ai sindacati perché assumessero responsabilità in ordine alla realizzazione dello « Schema ». Tuttavia, al di là dei conse11si e dei dissensi, il fatto più importante della relazione di Andreatta, è che in essa si sente maggiormente l'influsso del pensiero americano e delle proposte avanzate da quel « pugno di intellettuali » di cui sopra, piuttosto che delle teorizzazioni cattoliche in materia di società pluralistica, di cui si ebbe una prima eco nell'esordio dei dossettiani alla Costituente. Oltre tutto, l'esigenza di pre-• disporre adeguate garanzie contro un eccessivo centralismo pianificatore è stata ben presente nelle discussioni che hanno preceduto ed acco·m11 - Bibliotecaginobianco

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