Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

La ricerca geografica e i problemi territoriali della politica di sviluppo costituiscono la materia della geografia si realizza del tutto naturalmente nel quadro del problema o della questione; e tale problema o tale questione si pongono a proposito di una persona geografica totale, una regione, un fiume, una via di comunicazione » Una « persona geografica», dunque: per me il Mezzogiorno d'Italia, e anzitutto il Mezzogiorno d'Italia, almeno per ora, perché un impulso di ordine morale e politico mi ha spinto a studiare sistematicamente la nostra questione meridionale. Può darsi, quindi, che io non « possieda » la geografia, tutta la geografia, come piacerebbe a Colamonico, ma non credo che si p·ossa parlare, per quanto riguarda i miei studi meridio-nalistici (che Colamonico loda, ma come attività pubblicistica e sociologica), di scarsa docu1nentazione, di improvvisazione o, peggio·, di velleitaria « faciloneria » e di « superficialità ». Ma· allora, se « i fatti che costituiscono la materia della geografia » risultano nei miei studi « raggruppati » intorno ai problen1i territoriali della politica di sviluppo, e se questi problemi si sono posti per me a proposito di una « persona geografica », il Mezzogiorno d'Italia, se insomma la mia attività di studioso è in linea con la « regola » indicata da Le Lannou nel citato editoriale, sotto quale aspetto essa non è in linea col « possesso della Geografia»? Forse perché a volte, e magari sempre, i miei lavori sono «.polemici», venati o addirittt1ra permeati di polemica politica, come, a proposito della introduzione di Napoli dopo un secolo (ESI, 1961), l1a giustamente rilevato, nella « Rivista geografica italiana », il prof. Migliarini? Ma perché non dovrebbero esserlo? Nella tensione di una polemica può capitare di prendere qualche cantonata, certamente, ma anche di anticipare qualche verità; e quando si giudica di un lavoro che risulta venato o permeato di polemica politica, si tratta di biasimarlo nel primo caso, e di lodarlo nel secondo, no11 di condannarlo sbrigativamente perché, in quanto « polemico », non sarebbe « scientifico ». Che un lavoro non possa essere « scientifico » solo perché « polemico » non è altro che un pregiudizio, alimentato dal neutralismo, accademico. E quanto alle cantonate, se ne possono prendere anche quando si vuole rimanere estranei a ogni polemica, per una sorta di malinteso scrupolo scientifico. Può darsi poi che certi miei lavori denuncino lacune e insufficienze varie; ma mi sento di poter affermare che essi l1anno avuto almeno il merito di aprire la discussione e di avviare nuovi approfondimenti relativamente a problemi che sono anche, se non soprattutto, di pertinenza dei geografi. Comunque, sui miei singoli lavori, quelli già pubblicati e quelli in corso, sono sempre pronto ad accettare critiche e suggerimenti quando mi sembrassero fondati e concreti. 125 Bibliotecaginobianco

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