Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Francesco Co,npagna adeguate soluzioni di vecchi e nuovi problemi della geografia politica ed economica, francese e non soltanto francese. Naturalmente resta la questione del « possesso della Geografia », che non si pone certo per Ratzel, e neanche per Gravier, ma potrebbe porsi, come sembra porla Colamonico, per quegli studiosi di geografia applicata che sarebbero sempre benvenuti, ma che devono essere « diffidati dalle velleità di faciloneria e di superficialità ». Qui un riferimento di ordine personale mi sembra davvero inevitabile: sono infatti costretto a chiedermi se per avventura il prof. Colamonico non abbia voluto chiamare indirettamente in causa proprio qualche saggio della mia attività, ritenendo che esso risenta di un precario « possesso della Geografia ». Dalla sua reazione nei confronti dello scritto di Toschi, così potrebbe sembrare; e del resto non ci vedrei nulla di cui io debba dolermi, ma soltanto un opinabile, e tuttavia più che legittimo, giudizio critico relativamente a un quesito cl1e io stesso scrupolosamente mi pongo tutte le volte che devo affrontare e concludere t1na ricerca di tipo geografico. Comunque vorrei rassicurare il prof. Colamonico almeno su questo punto : consapevole dei calcoli cui devono ricorrere oggi gli economisti e delle minuziose analisi che costituiscono l'apparato filologico dei sociologi, ma soprattutto avendo imparato dagli storici l'importanza che pure una virgola può avere in un documento antico (Chabod usava addirittura spaventare i suoi allievi con questa « virgola ~>, che essi avrebbero potuto colpevolmente trascurare quando si fossero trovati alle prese con i documenti), non penso certamente di sottovalutare l'importanza del « possesso della Geografia », inteso come possesso della documentazione geografica e anche di quell' « état d'esprit » in cui Max Sorre fa consistere l'apporto originale e insostituibile del geografo ai fini dello studio di determinati problemi: « avec le sens des ensembles et de l'interdipendence de leurs parties, le souci de leur localisation » (Rencontres de la géographie et de la sociologie, Paris, Rivière, 1957, p. 40). Del resto, proprio questo problema, del « possesso della Geografia », mi sono coscenziosamente posto quando ho avvertito l'influenza dei rapporti fra città e can1pagna, degli insediamenti e delle migrazioni, delle localizzazioni industriali e degli interventi differenziati per zone omogenee ai fini dello sviluppo del nostro Mezzogiorno; e mi sembra di poter assumere come « regola » - già seguita per quanto mi riguarda - degli studi di geografia applicata quella « regola » che recentemente suggeriva Le Lannou, in un editoriale programmatico della « Revue de Géograpl1ie de Lyon » ( 1962, n. 1): . « il raggruppamento dei fatti che 124 Bibliotecaginobianco

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