La ricerca geografica e i problenii territoriali della politica di sviluppo stretto, fra questioni di geografia fisica e questioni di geografia umana). Le cose stanno diversamente se si considerano invece i problemi relativi all'organizzazione del territorio in connessione con la politica di sviluppo dei nostri tempi: le interdipendenze fra i contributi degli studiosi delle discipline che concorrono a impostare e risolvere tali problemi sono, infatti, di carattere molto diverso da quello delle interdipendenze, poniamo, fra i contributi del geologo e quelli del geografo nella zona di confine che si stende fra geologia e geografia fisica. E quindi, per quanto riguarda, i11 generale, la geografia politica ed economica, la preoccupazione che i geografi possano « abbordare» argomenti che « conoscono male » non è fondata come è fondata l'altra preoccupazione, che i geografi prescindano da argomenti che devono conoscere bene, anche se su di essi non è stata apposta l'eticl1etta geografica. Tanto per fare solo qualcl1e esempio, Perroux, Rostow, Galbraith, Moussa, non sono geografi; e così argomenti come quelli dei « poles de croissance » (Perroux), degli « stages of economie growth » (Rostow), della « affluent society » (Galbraith), come quelli che costituiscono· la complessa problematica degli aiuti per lo sviluppo dei paesi arretrati (Moussa), non appartengono per nascita alla geografia, non figurano, cioè, in libri che nei cataloghi vengono indicati come libri di geografia: ma non per questo non sono indispensabili, quegli autori e questi argomenti, per chi voglia studiare certe questioni di geografia politica ed • economica. Comunque non voglio addentrarmi nella selva delle discussioni metodologiche, perché ritengo che spesso queste discussioni sono astratte e che le questioni metodologiche vanno risolte nei casi concreti dei singoli studi che si portano avanti, purché si abbiano presenti alcune grandi lezioni, di metodo app1111to. E per quanto mi riguarda ho presente una grande lezione, che non riconosceva come dotate di valore teorico, e ammetteva soltanto se dettate da esigenze pratiche, le distinzioni fra generi culturali: non sarà certo l'attuale Presidente deìl'Accademia po·ntaniana a contestare la validità scientifica di quella lezione, venuta da un suo predecessore. Perciò dico che un geografo, e specialmente uno studioso di geografia politica ed economica, non commette peccato di lesa geografia se si avventura in zone di confine con discipline affini, se tiene conto, come deve, di apporti originali e fondamentali di studiosi che praticano queste discipline, se affronta anche problemi che tradizionalmente non sono considerati geografici in senso stretto, ecc. ecc. E dico pure che in Italia, per timore del peccato di lesa geografia, per la preoccupazione di distinguere sempre ciò che senza dubbio è geografico da ciò che non tutti sono disposti · 121 Bibl.iotecaginobianco·
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==