Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Recensioni amori infelici? Ciascuno di noi conoscerà uomini o donne che nell'amore o nelle amicizie, o anche negli affari, hanno collezionato un dossier continuo di insuccessi e di disillusioni dovuti al fatto di aver sempre incontrato sulla propria strada elementi poco raccomandabili. È abbastanza plausibile pen- ,;are - scrive Servadio - che si tratti sempre di perso,ne afflitte da « nevrosi · di insuccesso», le quali, sia pure inconsciamente, fanno di tutto per incontrare sempre e solo altri elementi poco raccomandabili per un oscuro senso di ansia e di timore, tralasciando invece i rapporti di amicizia con ansia e di timore, tralasciando invece i rapporti di amicizia con tutte le altre persone equilibrate e gentili, dalle quali più difficilmente avrebbero potuto attendersi amarezze, delusioni o burrasche sentimentali. Ancora più rivoluzionaria può apparire la spiegazione di un altro _fenomeno che entra purtrop,po sempre più nella nostra vita quotidiana: gli incidenti automobilistici. È ormai incontestabile che esiste un certo numero di incidenti dovuti esclusivamente alla fatalità; ma molti di più sono quelli che vanno invece attribuiti alle speciali condizioni di chi guida ed ai suoi problemi inconsci e non risolti. Studi di carattere statistico, eseguiti anche a cura di società assicurative, hanno indicato che, a parità di condizioni, esistono persone alle quali gli incidenti, compresi quelli stradali, avvengono con maggiore frequenza che non ad altre. Ad una accurata analisi psicologica risulta che i soggetti maggiormente predisposti agli incidenti sono coloro che si sentono in conflitto con l'autorità (intesa questa in un senso più ampio di quella esteriore) e soprattutto turbati da tendenze aggressive ed esigenze autopunitive. A sostegno di questa tesi Servadio cita il caso di un suo amico professore di liceo che una sera si trovava in macchina con una giovane allieva. La ragazza dormiva, il professore guidava assai pi~no e pure l'auto finì fuori strada, con conseguenze abbastanza serie per gli occupanti, in un incidente che parve a quell'epoca senza spiegazioni logiche. Come non pensare che, mentre tutto andava apparentemente liscio, l'inconscio aveva giocato al guidatore un brutto tiro, punendolo per l'avventura sentita come illecita e smascherandolo di fronte alle autorità familiari e scolastiche che il professore aveva ritenuto di poter eludere? Il discorso potrebbe veramente continuare alla lunga con molte altre spiegazioni ed esemplificazioni. E il lettore che vorrà addentrarsi nel libro riuscirà probabilmente a seguirlo con interesse costante. Il pericolo, quando si presentano opere del genere, è sempre di due tipi. Una prima difficoltà nasce dalla eccessiva volgarizzazione cui si deve necessariamente giungere quando si voglia che il libro vada per le mani dei profani. Specialmente su argomenti così poco palpabili, e d'altra parte così ricchi di fascino, come nel caso della psicoanalisi, è breve il passo tra l'assorbimento di un certo numero di conoscenze superficiali e l'idea di poterle poi applicare indiscriminatamente, vuoi per spiegare il sogno ingarbugliato della signora del piano di sopra, vuoi per interpretare a modo proprio qualsiasi fatto poco spiegabile, rifugiandosi nell'inconscio. Il secondo limite è quello di voler racchiudere ogni aspetto della nostra vita e del costume nell'ambito della psicologia. Ora 113 Bibliotecaginobianco

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