Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Il Convegno di S. Pellegrino a scadenza più o meno lu11ga, di ogni reale possibilità d'esercitare il potere. Già la scorso anno, a S. Pellegrino, Ardigò affermava che tali mutamenti avevano « falciato l'erba sotto i piedi della base sociologica maggioritaria del popolarismo e del solidarismo degasperiano », aggiungendo più innanzi che « in Lt1igi Sturzo ideologia e politica si arrestano alle soglie della industria moderna » e che l'una e l'altra, applicate « al problema delle classi sociali, al problema sindacale, ripeto110 quei limiti ». Dove la denu11zia in sede storica dei limiti del « popolarismo », acquistava un valore politico 11ell'accostamento di questo al « solidarismo », mentre l'elencazione delle categorie. sociali della vecchia maggioranza centrista ( « i coltivatori agricoli, i ceti medi rurali e dei centri urbani minori, gli artigiani, i piccoli imprenditori ») richiamava facilmente l'analoga analisi fatta sette anni prima, al congresso di Napoli del 1954, da Alcide De Gasperi. La progressiva disgregazio11e della base sociologica tradizionale del partito democristiano ripropone in termini drammatici l'esigenza del consolidamento e dell'ampliame11to del « consenso popolare », cui nel 1953 si era cercato di far fronte attraverso il meccanismo elettorale e nel 1958 mediante l'attivismo organizzativo. Di qui la necessità di risolvere il problema con una proposta politica, laddove la legge elettorale e "il potenziamento del partito si erano rivelati strumenti di scarsa efficacia. Ed in chiave politica si co11clude appunto la relazione di Ardigò del 1961: « di qui il problema dei rapporti politici coi socialisti, salvi i valori di libertà, d'autonomia con1unitaria, di prospettiva cristiana nel mondo del lavoro e dei ceti medi ». Tra il primo e il secondo convegno è trascorso un anno, nel quale « il problema dei rapporti politici coi socialisti » è diventato, da indicazione teorica, realtà concreta che si manifesta per il momento al livello parlamentare in attesa di realizzarsi, domani, a livello di governo. Il discorso va qt1indi ripreso esattamente al punto in cui è stato lasciato l'anno precedente, ripreso e portato innanzi, sia per approfondire i temi indicati nel 1961, sia per affrontarne gli ulteriori sviluppi. L'angolatura si sposta perciò dal partito alla società, perché sono proprio la società e le sue modificazioni che del partito hanno determinato la svolta. Sarà ancora Ardigò ad approfondire l'analisi del 1961, e lo farà con mano felice fin tanto che si tratta cli descrivere i fenomeni in corso nella nostra struttura sociale, fenomeni già presenti in quella di molti paesi occidentali, cui l'Italia, proprio in forza dell'attuale processo di svilup,po, si va sempre pii.1 « omogeneizzando ». Tuttavia la costruzione di Ardigò ha più di un lato 9 Bibliotecaginobianco

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