Recensioni L'inchiesta di Neirotti è vivace e, con ottima fattura giornalistica arriva al nocciolo dei problemi attraverso poche battute di conversazione, il riferimento a qualche dato, essenziale. Qualificato da un « titolo disgraziatissimo » il perito industriale è « oggi corteggiato come una primado,nna ». La categoria entrerebbe tutta in uno stadio o in una grande piazza: infatti· si tratta di circa ottantamila persone, in prevalenza di giovane età. Sono divise in ventotto specializzazioni: vi sono periti capo-reparto,, periti impiegati di seconda e prima categoria, e periti che hanno attinto alle più alte vette della scala aziendale. Vi sono retribuzioni che non superano le sessantamila lire mensili, ed altre che toccano il milione. Insomma, una attività varia, capace di secondare gli interessi e le inclinazioni individuali e di aprire vas~i orizzonti professionali ed economici ai più preparati. Ma soprattutto un'attività indispensabile al buon funzionamento e all'espansione dell'apparato produttivo. . Una commissione interministeriale di esperti - riferisce Neirotti - ha affermato che l'Italia nel 1975 avrà bisogno di almeno 1.195.000 dirigenti, 1.500.000 tecnici superiori, 960.000 tecnici intermedi, 943.000 capi subalterni. Il ritmo con cui la scuola di ogni ordine e grado - anche a voler considerare l'apporto dei centri di formazione professionale istituiti da parecchi complessi industriali - fa fronte alla domanda dei cittadini e alle esigenze del paese, dovrà essere quindi sensibilmente accelerato, altrimenti tali cifre rimarranno soltanto una aspirazione. Il volumetto ha una doppia funzione: da un lato è un « nosce te ipsùm », indirizzato ai protagonisti dell'inchiesta, ovvero agli stessi periti industriali; dall'altro è un manuale per chi perito intenda divenire, o di un perito abbia intenzione di servirsi. A tal fine, in appendice, l'Autore, così com'è costume della collana diretta dal Grazzini, pubblica una « summa» di disposizioni attinenti all'attività peritale, nonché l'elenco degli istituti tecnici industriali, statali e privati, tabelle di onorari per i periti liberi professionisti e di stipendi per quelli addetti all'industria. È chiaro che in questi confini manualistici e divulgativi non era consentito all'Autore spingersi troppo in profondità. Ma spesso qualche accenno basta a dare la misura esatta di tutta una situazione, come per il problema del Mezzogiorno e il divario tra domanda e offerta di posti di lavoro: i giovani meridionali iscritti alle « tecniche» sono il venti per centi sul totale italiano, gli addetti intermedi dell'industria nel Sud, sono invece il 7,5 del totale nazionale; perciò, « in loco è quasi un sogno trovare un posto, ma se vanno in altre regioni si sistemano sempre bene». Se ne conclude che, se è vero che nel Sud il diffondersi dell'istruzione, in particolare quella tecnica-professionale, sarà un fatto decisivo ai fini di una. promozione e di un ricambio sociale a tutti i livelli, è altrettanto vero che una « rottura » d'uno stato di cronica depressione potrà essere operata, e fortunatamente già parecchi uomini di Governo hanno mostrato di avvertirlo, solo attraverso l'industrializzazione. Ricca, come si diceva all'inizio, di spunti ed intelligenti considerazioni, l' « inchiesta» del Neirotti è dunque un utile strumento d'orientamento, in un 107 Bibliotecaginobianco
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