Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Recensioni son fatti per essere vuotati. .. « Il passato è solo la frana delle città abbandonate o che si vanno spopolando ancor oggi ». E Rionero, primo comune della provincia per incremento demografico, « continua a rimanere una patria di e1nigranti, come lo è stato dall'Unità in poi: prevale l'emigrazione . permanente e semipermanente su quella stagionale». Sembra quasi un'ironia che in questo paese sia nato Giustino Fortunato e che sulle cartoline ·illustrate vi sia il suo ritratto ... Non vorrei, però, aver dato, a questo punto, un'idea falsa o eccessiva1nente « interessata » del libro, organizzando una crestomazia di sentenze e di dati sull'emigrazione, o leggendolo nella cl1iave esclusiva ed elusiva di una « nevrosi dello sradicato ». Ho cercato solo di individuare qualche vena, certo le principali che corrono in tutto il libro, esplicite o meno. Come il dolore dello scrittore condizionato dalla storia e dalla natura: un duplice ordine di costrizioni che non lascia scampo a lui e al suo pubblico, poiché quanto più è attaccato alla matrice della questione, e la restituisce problematicamente, accentua il n1agnifico zelo di disturbatore della quiete intellettuale. Il pericolo in agguato è lo sconfinamento nelle zone del mito dove cerca di placare le contraddizioni del suo lavoro. Se no,n riesce a superare con la metafora la storia e la natura, allora s'invischia nel terreno grigio e bavoso del populismo o nella rugiada folcloristica. Ma da che altra parte, dunque, è andato Gatto con il suo baedeker di risentimenti e di memorie sospettose da verificare? Vediamo. Il sud visto dagli occhi di un poeta, d'accordo. Inorriditi e saturi di interpretazioni, teorizzazioni, decifrazioni delle categorie meridionali, ci si può accostare anche con giustificata diffidenza a Carlomagno nella grotta, pure facendo finta di ignorare chi è l'autore. Subito però tutto è chiaro, e si procede spediti al nocciolo: il filtro della poesia agisce da depuratore, e quando il contorno di una figt1ra si allarga nel mito o in un emblema troppo limaccioso di echi retorici - come quel Carlomagno nella grotta, bellissimo: si potrebbe mettere accanto a certe figure favolose in Old Calabria di Norman Douglas e ai personaggi di Alvaro e della Conversazione in Sicilia di Vittorini - non è uno dei consueti e frusti sbandamenti nell'immeroriale, arcaica leggenda del sud. Accade invece, è quel filtro che funziona, una liberazione: del castello di metafore, di circuiti verbali, di incastri lirici, Gatto quasi si libera allineandoli sttlla pagina con sfogo accanito, con rabbia, e il doppio binario di invenzione e saggio - qui perfettamente reversibili - diventa dialogo unitario, accorato e violento. L'immagine del $Ud è restituita con una purezza inconfondibile. Il segno è nitido, le scorie ribollono lontano, nel sottosuolo di un linguaggio estroso. Ma c'è di più, la liberazione continua: a volte, con salutare odio. Ora è l'attacco alle tendenze reazionarie innate nei figli di buona famiglia (sottilissima ironia di una locuzione proverbiale ...) che educati a «parere» non sanno - o non possono - « essere » .•• o la vergata sferzante all'uomo del sud latitante e imbelle, preda facile dei sistemi burocratici: « in un mondo possibile di funzionari, l'uomo latitante e imbelle di cui si parlava al prin103 Bibli9tecaginobianco

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