Recensioni Ma è l'intera impostazione del lavoro che prospetta una problematica tutta nuova. Vi appare superata la riduzione della vita urbana all'esercizio di una funzione. Dinanzi ad una realtà che presenta sempre più di rado il caso di città dedite esclusivamente ad una sola attività (città religiose, città turistiche, città-miniera ecc.), il George richiama l'attenzione su ciò che egli definisce le travail urbain. Ad una stessa ripartizione degli addetti tra i vari rami economici, corrisponde spesso un clima economico e sociale differente: alla città con attività ed imprese multiple nel settore industriale e commerciale, che offre una vasta gamma di possibilità di impiego, come Lione, Milano, Stoccarda o Monaco, fa riscontro la città dominata da una sola impresa che, de facto se non de jure, controlla il locale mercato del lavoro, come Torino con la FIAT, Essen con la Krupp, Detroit con la Ford, Eindhoven con la Philips o Clermont-Ferrand con la Michelin (p. 209). Di questa più attenta considerazione della realtà economica in cui si inserisce la realtà urbana, il George dà ancora prova quando ritorna ripetutamente sul caso dello sviluppo delle città in paesi sottosviluppati e quando definisce i rapporti che corrono tra città e campagna e tra città e réseau urbain, anche se si vorrebbe che quest'ultimo aspetto fosse stato maggiormente approfondito alla luce di quanto ha oramai acquisito la geografia urbana, specialmente anglosassone. Si pensi, per non fare che due richiami, al concetto delle funzioni urbane basic-nonbasic, introdotto dall'Alexander (Economie Geography, 1954) o al City, Region and Regionalism del Dickinson (London, 1947). Medesimo rilievo meritano i capitoli dedicati alla population urbaine e agli aspects de la vie sociale urbaine. È ben vero che si tratta di uno dei primi lavori di geografia urbana nel quale venga fatto posto alla considerazione organica degli aspetti demografici e sociali della città. Vi si prendono in esame la densità e l'addensamento, la cosiddetta sex ratio e il movimento naturale e sociale della popolazione, con un importante richiamo alla diversa struttura ·delle città dei paesi sottosviluppati; e poi la mobilità giornaliera, i mercati cittadini, e il più recente fenomeno dell'evasione urbana. Ma minore luce viene gettata sul processo di degradazione e riqualificazione sociali delle abitazioni e dei quartieri, messo in moto dalla nuova urbanizzazione nella città antica; sulle ripartizioni interne della città, che da molti anni ormai non si fondano più sul semplice riconoscimento di aspetti esteriori; infine sul peso della vita culturale (in senso lato) per la vita urbana tutta intera. A quasi dieci anni di distanza dal primo scritto che il George dedicava alla città (La ville - le f ait urbain à travers le monde), questa sua nuova fatica presenta notevole interesse. Il Précis non è solo un aggiornamento . del precedente lavoro: si tratta di una impostazione della materia affatto diversa, che tralascia la descrizione delle città del mondo e_la rigida classificazione entro cui il George l'aveva inquadrata. Il lavoro fa invece il punto su quanto le ricerche monografiche, disperse in ogni sorta di riviste specializzate spesso introvabili, hanno acquisito in questi ultimi anni e le lega 83 .Bi · >t caginobianco
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