Recensioni non si dice certo al nazismo, ma a una forma di unità politica paragonabile a quella del periodo guglielmino, giacché « considerare lo stato guglielmino e la sua unità piccolo-tedesca non solo co1ne ricordo storico, ma come norma tuttora operante quale unità di potenza militare, di tentativo di pro,sperità economica e di pseudo-costituzionalismo, significa lasciarsi ingannare da uno spettro del passato ». Invece, « l'unità che oggi importa é l'unità confederale europea e dell'Europa con l'America. Che in questa grande unità, necessaria perché tutti gli stati liberi possano affermare la loro esistenza, ci siano uno o più stati tedeschi in qualità di membri confederati o neutralizzati, é irrilevante per il destino comune ». Ciò peraltro non significa un'opposizione di principio all'idea della riunificazione. Jaspers lo scrive a tutte lettere, ed é strano che non se ne sia tenuto conto, evidentemente per fini di speculazione politica: « La riunificazione - egli afferma infatti - non è assurda, anzi a certe condizioni è desiderabile, ma rispetto alla libertà è indifferente. Se però essa fosse la conseguenza dello spirito nazionalista e della volo,ntà tedesca di potenza, sarebbe addirittura una calamità». E nemmeno il discorso di Jaspers vuol significare un'accettazione dell'attuale situazione del suo Paese, per esempio in fatto di frontiere con l'Est, come se si trattasse di una condizione giusta: il filosofo scrive anzi, a un certo punto, di ribellarsi all'idea che i territori orientali della Germania, che i tedeschi non conquistarono con le armi, siano stati tolti alla madrepatria. Ma non trascura di ricordare il motivo che ha determinato tale situazione, contro cui é vano e pericoloso tentar di agire politicamente: la folle, delittuosa guerra scatenata da Hitler e praticamente accettata da tutto il popolo tedesco, che é, secondo Jaspers, responsabile in blocco, anche per quella parte di esso che mai si piegò alla feroce tirannide nazista. - Come si vede, pur dai nostri rapidi accenni, si tratta di un discorso grave e duro, perché vero, che, a nostro avviso, non é istruttivo soltanto per coloro ai quali é direttamente rivolto. V'è nelle parole di Jaspers un pathos di verità e di libertà che, senza facili appelli al sentimento, sembra commuovere la ragione e stimolarne l'efficacia sull'agire. RAFFAELLO FRANCHINI La Resistenza di Firenze La lunga notte dell'occupazione tedesca per Firenze si dissolveva nell'alba di libertà del 2 settembre 1944, pressoché tre mesi dopo la Liberazione di Roma. · I caduti in combattimento per la Liberazione di Firenze furo-no 205, i feriti 400, i dispersi 18: la battaglia era durata dal 3 agosto al 2 settembre 1944. E con la perdita di tanti suoi figli la città doveva anche vedere distrutti o irreparabilmente danneggiati numerosi insigni monumenti. 79 Bibliotecaginobianco
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