• Mario Caciagli prima guerra mondiale e alle ideologie totalitarie affermatesi nel secondo quarto del secolo. Nel libro si parla di Péguy, di Sorel, di Halévy, di Faguet, di Robert de Jouvenel, di Prezzolini, di Soffici, di Pareto, di Mosca, di Croce, di D'Annunzio, di Marinetti, dei « radiosomaggisti », dei sindacalisti, di Rensi. Una co·mpagnia, come si vede, piuttosto eterogenea: ma quegli uomini, di diversa origine e levatura intellettuale, erano accomunati dal disprezzo per il Parlamento o dal culto della violenza e della forza. Molti di questi intellettuali non hanno che pochi tratti in comune: ma è proprio qt1esto il lato più interessante e problematico, secondo l'autore. Il Vita-Pinzi non riconduce tutte quelle espressioni politico-culturali ad un clima generale, non ricerca motivi storici di fondo, nè trae conclusioni che sintetizzino le riflessioni sui singoli personaggi. È un compito· che non si prefigge e non gli se ne può far rimprovero. Eppure molti di quegli atteggiamenti politici erano frutto di un vasto e profondo disorientamento culturale, dovuto alla crisi dei valori ottocenteschi nei primi anni del nuovo. secolo e al sentimento dell'insufficienza ed aridità di certa cultura positivista. _ Il materialismo, l'evoluzionismo, l'antispiritualismo che avevano caratterizzato gli ultimi decenni del secolo XIX venivano ora rifiutati, e con essi rifiutati l'ottimismo scientista e la fiducia nel progresso razionale del mondo. La critica veniva poi spostata al regime sorto dalle « dottrine massoniche e ottimiste», l'insoddisfazione e l'inquietitudirie culturale, letteraria e filosofica, investivano le espressioni politiche concrete dell'ideologia di fine secolo, le istituzioni parlamentari, gli organi dello Stato liberaldemocratico, i partiti politici. I deputati erano ottimisti, umanitari, radicali; gli intellettuali erano pessimisti, duri, si appellavano al mito della forza. Péguy odiava Jaurès, Croce non sopportava Turati, D'Annunzio avrebbe chiamato Giolitti « boia labbrone ». Irrazionalismo, misticismo, spiritualismo alimentarono le aspirazioni antidemocratiche e antisocialiste sul piano politico. « Precursori inconsci», definisce il Vita-Finzi gli autori da lui passati in rassegna, in quanto, senza volerlo e senza saperlo, favorirono con le loro tesi l'avvento della dittatura fascista. A questo proposito ci pare il caso di obbiettare che alcuni dei personaggi sopra ricordati furo110 _« precursori inconsci » solo perché nella storia dei fatti umani non esistono precursori e poi perché all'inizio del secolo nessuno poteva immaginare quali forme avrebbe assunto l'auspicato « Stato forte » e in cl1e modo si sarebbe affermato il predominio di un gruppo organizzato di uomini violenti e decisi. Ma se si vuole, e si può, parlare di antesignani, di uomini che hanno contribuito a creare volontariamente un certo clima e preconizzato con tutta coscienza certe soluzioni, allora bisogna riconoscere che il numero degli « inconsci» diminuisce e di non poche unità. Lo stesso autore dice questo di Marinetti e D'Annunzio, inclusi nella serie per curiosità intellettuale: e del primo ba,sta rileggere i-1 programma politico futurista, qui riportato, e del secondo è innegabile l'apporto alla mitologia e alla realtà del fascismo ( « esaltazione della guerra e della conquista; 74 Bibliotecaginobianco
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