Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

Apertura a destra e a sinistra in Calabria sono proprio i dirigenti scudocrociati che non hanno rinunciato ieri, nei precongressi e a Napoli, ad avversare la svolta politica di centro-sinistra e non rinunciano oggi, sebbene minoranza politicamente sconfitta, ad adottare sistemi e metodi che possono solo st1ggerire una diagnosi di autolesionismo ed infantilismo politico. « Lo stesso periodico accenna anche apertamente al alcune sostituzioni operate « alla chetichella », come abbiamo visto, alla Camera di Commercio e alla « designazione di alcuni esponenti politici della DC per ricoprire altri importanti incarichi in altri settori di pubblica utilità, come all'Opera per la Valorizzazione della Sila e alla Federazione dell'ONMI ». Il centro-sinistra è dunque in atto, ma intanto il « federalissimo » avv. Francesco Bova, segretario della locale DC, ha legato sottilmente i fili della destra che si oppone alla maturazione completa della svolta. L'avv. Bava è accampato peraltro su posizioni ambigue, e basterebbe ricordare il suo atteggiamento in occasione della recente visita dell'on. Angelo Salizzoni (alla presenza dei sottosegretari Pugliese e Spasari, e degli onorevoli Foderaro, Pucci Bisantis e Galati). La « base » catanzarese, a sua volta, ha votato di recente un ordine del giorno nel quale fra l'altro « fa voti affinché l'operazione in cui si è sempre creduto e si crede fermamente nell'interesse del Paese possa presto appoggiarsi su una opinione pubblica più ricettiva e favorevole, senza l'intralcio e il setaccio di commentatori pregiudizialmente contrari ». Dall'a1nministrazione della provincia di Reggio Calabria i socialisti sono stati lontani, al pari dei comunisti, per tredici anni: vi ricompariranno adesso? È difficile rispondere, e comunque si tratta di un'impresa non facile per quanto le premesse esisterebbero più che non negli altri due capoluoghi calabresi. La DC può contare infatti qui soltanto su dodici seggi, avendo conquistato a suo tempo appena 112.439 voti; i socialisti dispongono di sei seggi come i comunisti, e « dietro » la situazione è più che fluida: tre seggi missini, due liberali, uno socialdemocratico, uno demoitaliano. Il prof. Antonio Lupoi, primo degli eletti, ha capeggiato una giunta di minoranza, già costretta alle dimissioni. Quali sono le possibili soluzioni? L'apertura a destra è già stata, ovviamente ed inesorabilmente, scartata. L'apertura a sinistra risolverebbe ogni problema, ma è ben difficile che ad essa si giunga in un breve termine di tempo: fra gli ultimi ostacoli, c'è anche una netta presa di posizione a sfavore dell'on. Giuseppe Reale. Ma se il PSI non entra in giunta, che cosa resta da fare? Una giunta minoritaria - si risponde in genere a questa domanda, come ha fatto l'on. Reale - con la sola inclusione del consigliere socialdemocratico e l'appoggio esterno del PSI. Bisognerà vedere se i socialisti accetteranno di appoggiare ester71 Bibliotecaginobianco

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