Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

Apertttra a destra e a sinistra in Calabria voti e, come a Cosenza, con la conquista di venti seggi sui quaranta disponibili. L'equilibrio e le possibilità di una scelta cosciente furono comunque imprevedibilmente annullati dal passaggio spregiudicato nelle file della DC di un consigliere presentatosi con le destre. Si arrivava così a ventuno seggi, ed era la maggioranza assoluta, addirittura la tranquillità, per il Sindaco, avv. Arturo Perugini. Ma poi le successive dimissioni dei consiglieri Alfredo De Grazia, Felice Godino e Giuseppe Grande dal gruppo consiliare della DC modificarono la situazione. Protestando contro il « cumulismo » delle cariche, ambite dall'avv. Perugini (Amministrazione Comunale e Pro Loco, Partito e Consorzio Industriale della Piana), i tre consiglieri democristiani hanno inteso rassegnare le dimissioni allo scopo di uccidere letteral1nente, senza possibilità di scampo, i vantaggi equivoci derivanti della costituita maggioranza della DC, che pareva quasi inattaccabile dopo lo sconcertante mutamento di fronte operata dal consigliere di destra. Risultato: dimissioni del Sindaco e probabile insediamento di un'altra giunta comunale, in una cittadina che da troppo tempo risultava staticamente orientata a destra. Rossano, Corigliano e Nicastro sono dunque i paesi calabresi che hanno richiamato dal novembre del '60 le maggiori attenzioni ancl1e se spesso ad esigenze della più accesa lotta politica, come a Nicastro (dove da tempo è abbandonato il progetto per la costruzione del Palazzo di Giustizia), si sono dovute sacrificare esigenze della regolare vita amministrativa. Su altri importanti centri della Calabria la situazione è di tipo frontista. A S. Giovanni in Fiore la maggioranza di tredici comunisti e tre socialisti (la DC dispone di tredici seggi e il PLI di uno solo); a Crotone il partito comunista ha addirittura raggiunto la maggioranza assoluta. In fondo proprio i casi di S. Giovanni in Fiore e Crotone dovrebbero dimostrare come per la DC sia urgente anche in Calabria un ricorso ai voti socialisti, per evitare che questi siano condotti a fare blocco con quelli comunisti in paesi dove l'elettorato non ha concesso alternative democratiche. A Corigliano, lo abbiamo già detto, la DC, con undici voti, si serve della collaborazione del MSI e del POI per respingere l'intesa socialcomunista. A Rossano l'apporto neofascista alla risoluzione della « giunta difficile » è ancora più evidente e clamoroso. A Catanzaro, dopo un periodo di polemiche fra DC e partiti democratici di centro-sinistra, in aprile, nella sede della Democrazia Cristiana, si è tenuta una riunione fra i rappresentanti dei partiti della maggioranza governativa, che a distanza di tempo appare significativa, perché in quella occasione vennero anche trattati spostamenti e mutamenti di carica in seno agli uffici della città, e l'attribuzione delle più impor69 Biblio~ecaginobianco

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