Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

Kennedy, un anno dopO di Vittorio de Caprariis Tra il 10 ed il 20 aprile v'è stata a Washington la battaglia dell'acciaio: la U. S. Steel Co. ed altre industrie siderurgiche, che avevano manifestato l'intenzione di aumentare il prezzo del loro prodotto, sono state attaccate con estrema violenza dal Presidente Kennedy, il quale è riuscito, con rara abilità, a mobilitare fulmineamente l'opinione pubblica americana contro i cosiddetti baroni dell'acciaio. Strette tra l'insurrezione dell'opinione e le minacce cl1e l'Amministrazione non ha esitato a brandire (discriminazione nell'assegnazione delle commesse federali, processi da parte del Dipartimento di Giustizia e della Federai Trade Commission per violazioni delle leggi contro i cartelli, inchieste da parte di commissioni della Camera e del Senato), indebolite dalla rottura che il governo era riuscito ad operare nel fronte dei produttori d'acciaio, la Unites States Steel e le industrie che le si erano associate sono state costrette a capitolare nel giro di tre giorni. È stato osservato che, impostando la s11a battaglia contro la U.S. Steel sul tema dei pericoli di inflazione, l'Amministrazione democratica ha potuto agevolmente sollecitare una reazione quasi instintiva nell'opinione pubblica ed ha potuto, in co·nseguenza, vincere una facile battaglia, ma ha scoperto il fianco alle critiche future degli avversari: la politica di spesa federale che Kennedy stesso ha previsto e prevede reca in sè il rischio di aprire una spirale inflazionistica, e perciò l'attacco di ieri contro i produttori di acciaio potrebbe essere ritorto domani contro il governo. E l'osservazione non é priva di qualche colore di verità, pur se sembra assurda l'idea che essa sottintende: che, cioè l'Amministrazione rinunciasse a combattere un pericolo di inflazione reale ed immediato per coprirsi dalle critiche per un pericolo analogo, da lei stessa scatenato, ipotetico e futuro. Ma, comunque ciò sia, l'episodio é un esempio di esercizio del potere politico che va meditato, perché dimostra che lo Stato dei nostri tempi ·può imporre alle singole sezioni del paese quei comportamenti che ritiene necessari al benessere dell'intera comunità, senza ricorrere ·ad una legislazione straordinari~ ed usando gli strumenti di potere di cui dispone, solo che la classe politica abbia la reale volontà 5 Bibliotecaginobianco

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