• Antonio Vitiello e rintuzzare la credenza, diffusa in tutta l'area mediterranea, di una sua irrecuperabile e naturale inferiorità. L'inferiorità della donna è un assioma le cui deduzioni vanno fino al delitto d'onore. D'altra parte anche l'attuale etica familiare, le cui conseguenze perniciose sono state indicate dal Banfield a più livelli, da quello politico a quello burocratico, può essere certamente disarticolata da riforme di struttura. La coesione del nucleo familiare, che per la sua intensità risulta dannosa al corpo sociale come insieme, si sostiene ed è ribadita dal fatto che la famiglia, come nelle altre società non industrializzate, è al tempo stesso unità affettiva ed unità produttiva. L'« Osservatore Romano» si è indignato alla affermazione che nelle aree depresse tutto si deprime « anche la fede in Dio»; eppure tale affermazione è meno paradossale di quanto sembri, anzi è sociologicamente pertinente se sta a significare la versione particolare che della dottrina ufficiale è data nelle campagne meridionali. Gli stessi simboli religiosi (ma anche morali, politici ecc.) sono accettati ed usati quasi universalmente in tutta l'Italia, ma i diversi gruppi e le diverse classi li associano a concezioni sviluppatesi attraverso la loro particolare esperienza e tradizione. Così conosciamo l'esistenza, al Sud, di vari sincretismi pagano-cattolici, che legano la bassa magia extracanonica con i modi di devozione popolare e con le stesse forme ufficiali della liturgia. Ci è stata indicata la sopravvivenza dell'antica fascinazione stregonesca, della possessione, dell' esorcismo, della fattura, e De Martino ha esplicitamente ricordato che sono tutt'altro che « avanzi archeologici che sopravvivono in uno stato di assoluto isolamento e in aspro contrasto con tutto il resto della vita culturale >>. Non era il « pregiudizio protestante » a far sottolineare ai viaggiatori nordici del passato il carattere esteriore e pagano del cattolicesimo praticato al Sud, se l'Episcopato dell'Italia meridionale in una Lettera collettiva (1948) indicava il pericolo di una religione « puramente tradizionale ... in un mondo cristiano soltanto in apparenza, che impone un compito di apostolato per rendergli la sua anima e il suo pieno significato». È proprio questa la religiosità superficiale che le piogge del Nord scoloriscono e dilavano. Il fenomeno della « scristianizzazione» in massa degli emigranti ha preoccupato e preoccupa le gerarchie cattoliche e dovrebbe rendere l'<<Osservatore» meno perentorio nelle sue affermazioni sui determinismi. La religiosità d'origine degli emigrati è fallita~ con tutta la « cultura» del loro ambiente di prove11ienza, a confronto di un mondo diverso che richiede « schemi culturali » diversi. ANTONIO VITIELLO 54 Bibliotecaginobianco .
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