Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

Antonio Vitiello Il Dio depresso L'estorsione deroga allo stato monacale, cui solo s'addicono fabbriche spoglie e odor di refezioni, pensieri santi e volti ascetici,· da economia di penuria. Che il secolo penetri in un convento, e nelle vesti colpevoli della mafia, necessariamente stupisce e chiama alla mente fragili don Abbondi piegati ai bravacci. Ma « una Chiesa di don Abbondi non è molto migliore di una Chiesa di ladri e ricettatori», almeno secondo Montanelli che ha, così, suscitato il risentimento dell'« Osservatore Romano». In particolare Montanelli aveva sottolineato che « il processo dei frati di Mazzarino rivela una cosa terribile e, cioè, che nemmeno la Chiesa da questo contagio si salva, se è vero, come è vero, che la mafia è penetrata perfinoj nei conventi, invischiandoli nella sua ragnatela»; rimedio principe a tanti mali era indicato, quindi, nello «scardinamento totale di tutte le condizioni economiche e sociali dell'isola che ne n1andino a carte quarantotto l'attuale impalcatura, a cominciare dalla famiglia, questa incubatrice di molti dei vizi morali e sociali di quella terra ». Aggiungeva ancora Montanelli che « in mezzo ad una popolazione operaia ed urbana, per i frati di Mazzarino non c'è posto, e infatti non vi allignano ... Nelle zone depresse tutto si deprime, si sa: anche la fede i11Dio, anche la volontà del Bene ». L'industrializzazione del Sud può avere una redditività mediocre, dal punto di vista dell'impresa privata, ma può essere di importanza decisiva dal punto di vista sociale: « la posta in gioco va molto al di là di un bilancio di investimenti e di redditi». Il giornale vaticano, dopo aver deplorato il linciaggio morale a cui sono sottoposti gli imputati di Mazzarino e l'anticlericalismo di Montanelli, lo accusava di marxismo, e quindi di « determinismo economico » che illude sulle possibilità effettive di surrogare « il fattore morale » con lo sviluppo economico._ La « tragica storia mille11aria » del Mezzogior110 è una smentita « clamorosa » al detennismo storico. La civiltà del Sud è sapravvisuta alla depressione « ed è civiltà senza macchine ma cristiana»: con quest'ultima osservazione tra Fè d'Ostiani-Lacalamita e l'eclissi del sacro nella civiltà industriale l' « Osservatore » conclude. La posizione del foglio ecclesiastico è comprensibile: la solitudine delle coscienze è per definizione impenetrabile e irrangiungibile da una riforma economica. Un secolare dualismo privilegia l'interiorità della coscienza alla esteriorità del mondo natt1rale e storico-sociale, mentre la vita morale è fatta dipendere da un principio che nulla mutua dalle cose e dagli uomini. Il male stesso ha uno speciale status matafisico che, per la sua necessità, non può combattersi se non con la rassegnazione. Ma se l'« Osservatore» è coerente, non si comprende lo scetticismo laico sulle possibilità di modificare costumi e forme culturali modificando le strutture economiche. Eppure non è un pregiudizio economicistico, ma, semmai, ottimismo della ragion politica, che è poi quello che anima i piani e le riforme. Non è il caso di invocare « metafisiche materialistiche» o « monismi di causazione sociale»: si tratta di convidere le ipotesi su cui si fonda una 52 Bibliotecaginobianco

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