Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

• E. Oniodeo Zona Ora è arrivato al traguardo un altro processone, quello dei frati cappuçcini. A proposito di questo processo « La Stampa » dice in data 16 marzo 62: « ... è un processo ad una forma mentale che considera il delitto un fenomeno deprecabile, né penserebbe mai a denunciarlo, soprattutto ai carabinieri. » Può avvenire stando alla superfice dei fatti, di interpretarle così, certe vicende dell'isola, ed invece bisogna capovolgere tale interpretazione. Non è vero che in Sicilia è considerato come ineluttabile, come non deprecabile il delitto; quello che fa tacere tutti è la ben fondata previsione che se qualcuno si arrischia a denunciare un delitto della mafia, la cosa più probabile è - non che il delinquente sia catturato e processato - neanche per sogno! - ma che il denunziante diventi bersaglio di un nuovo delitto, il cui autore ha molte probabilità di farsela franca; però se anche costui minacciasse di parlare, diventerà a sua volta facile bersaglio di lupara o di veleno. Non si tratta della ineluttabilità della non deprecabilità dell'omicidio, ma della disperata rassegnazione a non vedere mai la faccia della giustizia. Nel film di Rosi, nelle molte fotografie apparse sui quotidiani, sui settimanali, si sono ben viste le facce severe e dolenti delle donne del popolo siciliane, le vittime più disperate, quelle (loro sì) che si ribellano tutte insieme con grida da tragedia greca all'arresto dei loro uomini, quando compaiono i carabinieri colle manette, perché sanno che in quegli arresti c'è qualche cosa di ingiusto, d'« infame» come dicono loro, come gridano a gran voce. Ma chi sente niente fra quelle montagne! La irredimibilità gattopardiana della Sicilia e la trasposizione nelle alte sfere della più autentica poesia di un fatto secolare; ma l'isola della realtà è redimibile, deve essere redenta: oggi il banco di prova del nuovo governo italiano è il processo di Mazzarino. C'è una frase nel dialetto siciliano che suona così: « ammogghia Tanu » che vuol dire press'a poco: « Gaetano fanne un fagotto e nascondilo». Se nel processo che si celebra oggi a Messina la parola d'ordine sarà « ammogghia Tanu », la vera sconfitta sarà la Democrazia. cristiana, sarà l'Italia ufficiale, perché, come dice benissimo il Direttore di Nord e Sud: « I partiti di estrema destra sono in liqt1idazione, quindi questo problema riguarda ·essenzialmente la D.C. ». Il meccanismo della mafia oramai è stato svelato tante volte, ma pochi ci hanno badato, pochi ci badano. D'altra parte è più spicciativo, meno compromettente e meno complicato appuntar lo sguardo sull'ancestralità, il fatalismo, il « tipo» siciliano violento, feroce etc, ed altre mezze verità del genere. Il gioco è noto, è elementare: i feudatari di terre, di denaro e d'altro ancora, hanno interesse personale che avvenga o non avvenga un dato fatto, che non si prenda una data iniziativa, che non si applichi una certa legge, che sia dato un certo terreno, e soprattutto che non si proceda in una certa direzione politica. Per ottenere questo ci si rivolge (nell'equivoca, anche se non dichiarata passività, di ogni tipo o grado di autorità) a determinati personaggi politici, preferibilmente siciliani perché capiscano subito il gioco e non chiaccherino. In compenso si avranno elezioni addomesticate ed altri vantaggi di vario- genere. Questo addomesticamento si ottiene appunto col terrore: minacce biascicate a mezza voce, promesse di protezione equivoca. 50 Bibliotecaginobianco

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