Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

Giornale a più voci in un primo tempo non son mancati i morti e i feriti: carabinieri da una parte, mafiosi dall'altra. In manovre successive ci sono stati altre morti, precedute da particolari « mandati». In altri termini la mafia uccide - dal basso - chi parla in una direzione; i mandanti o mafiosi di gran classe fanno uccidere chi potrebbe parlare in un'altra direzione. Nel primo caso ci sono le vittime di Giuliano, nel secondo le vittime sono Giuliano, Pisciotta e Russo. Anche questi meritano la definizione di metodi terroristici, e se è deprecabile il terrore adoperato dai mafiosi, ancor più deprecabile è quello di coloro che dovrebbero trovarsi al polo opposto. Ora il criterio che deve prevalere, l'unico criterio civile, sarebbe quello di rinnegare (cominciando dall'alto!) ogni tipo di delinquenza: nessun delitto deve essere utilizzato in favore di nessuno e in nessun caso e per nessun motivo. Non il terrore, ma l'applicazione severa e sincera della legge: il mafioso, come tutti gli altri delinquenti deve essere individuato, catturato e processato; non ignorato, protetto o ucciso. È puerile, d'altro canto, credere che la mafia sia una vergogna siciliana: la mafia è una vergogna italiana: l'Italia ne è responsabile dall'istante medesimo del plebiscito del 1861, dal n1omento preciso in cui Garibaldi si ritirò (con l'animo che sappiamo) a Caprera. Certo é strano che le polizie, che i soldati (certo non ne diamo a queste due categorie la responsabilità) restino, nonostante tutta la loro bravura, così scoraggiati e scoraggianti nel catturare i mafiosi. Niente gli riesce di far a questo riguardo. E niente riesce di concludere al pubblico ministero come ai magistrati e ai presidenti di tribunale, nella lotta contro la mafia. A Viterbo, al presidente D'Agostino, é toccato perfin·o di avvertire testimoni e difensori, con fiero sdegno, che questo o quel particolare col processo non c'entrava. Oggi la mafia é un vulcano in piena attività. Gli esempi: Palermo, che un tempo godeva di gran ricchezza d'acqua, derivata dalle fonti di Scillato, essendosi la città dilatata, soffre di grande scarsezza d'acqua. Nelle case meglio provviste ci si arrangia riempendo vasche da bagno, damigiane e pentoloni. Possiamo facilmente immaginare quello che deve avvenire nelle case e nei quartieri popolari, quelli della miseria nera) dove non ci sono neanche i pentoloni. Ebbene il rimedio ci sarebbe, anzi esiste; è stato infatti progettato di fare arrivare in città le acque del fiume J ato. Le squadre degli operai si sono recate sul posto per i lavori di imbrigliamento per l'acquedotto; ma sul posto hanno trovato le squadre nemiche dei mafiosi che hanno impedito ~ in armi - il lavoro, salvaguardando gli interessi di coloro che detengono un loro misterioso diritto sulle ·acque del fiume J ato per venderle, a prezzo esorbitante, ad altri cui la cosa interessa. Vorremmo avere la soddisfazione di una smentita ufficiale, che le autorità pubblicassero che i giornali e noi ci siamo sbagliati, che i lavori sono stati ripresi, che l'acqua arriverà nei vari cortili Cascino, per debellare il tracoma, il tifo, le malattie della pelle, per evitare alle disperate donne di andare a prendere l'acqua chi sa dove e solo per bere e cucinare. 49 Bibliotecaginobianco

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