Ernesto Narciso - E. Omodeo Zona e, sotto l'apparenza della collaborazione, esercitano una cieca opposizione, che, in breve, genera un deplorevole stato di diffidenza nelle industrie. Queste, dopo aver superati ostacoli d'ogni genere per l'acquisto ·dei suoli necessari, si accollano i maggiori oneri afferenti alla costituzione dei Consorzi nella speranza di concentrare forze meno ostili e avere a disposizione degli organismi idonei a infondere una carica . di dinamismo nella zona; ma purtroppo le loro aspettative vanno sovente deluse. L'incapacità di alcuni elementi in seno ai Consorzi, non disgiunta da notevole arroganza, li induce a ritenere umiliante l'accettazione delle inziative suggerite dalle industrie sulla base della loro consun1ata esperienza e delle loro sentite necessità. Tuttavia, la sola presenza delle industrie in seno ai Consorzi è un fattore altamente positivo, perché imprime loro sempre un certo dinamismo e costituisce, in definitiva, la ragione principale per cui bisogna considerare con favore la loro costituzione ed il loro funzionamento. In seno ai Consorzi le industrie possono far sentire con maggior vigore la loro voce e indurre ciascun Ente ad assumersi le proprie responsabilità, mentre il loro dinamismo inevitabilmente finisce col trascinare tutti ed eliminare gli elementi più retrivi dell'ambiente. Non era il caso di illudersi che i Consorzi avessero potuto costituirsi e funzionare efficacemente e senza ostacoli fin dal principio, ma è legittimo riconoscere il loro valore di idonei strumenti di penetrazione e trasformazione graduale dell'ambiente nel Mezzogiorno. Perché in sede politica si abbia una piena consapevolezza delle difficoltà ambientali cui abbiamo fatto cenno. ERNESTO NARCISO Ancora sul destino della Sicilia Nella nota del direttore, di « Nord e Sud » di marzo, ai nostri appunti sulla mafia, si fa una giusta osservazione e cioè che è necessario parlando dell'efficacia della operazione Mori contro la mafia, fare attenzione ai metodi di quel prefetto. L'osservazione merita sviluppo: quel prefetto essendo fascista, non aveva nessuna remora nei riguardi dei mezzi, i quali potevano benissimo essere terroristici. Dirò di più: dal fatto che il fascismo abbia - sia pure temporaneamente - debellato la mafia, non si può certo dedurre che il fascismo stesse dalla parte delle vittime, ma solo che il fascismo, della mafia, non sapeva che farsene, essendo dotato in proprio dei criteri e dei mezzi della mafia medesima, sicché veniva a trovarsi in una sconcertante competizione. Rivediamo, dunque, il problema, prendendo in considerazione i governi del dopoguerra e quelli anteriori al fascismo. La situazione che si rivela é questa: stati d'assedio, morti e feriti, -secoli di prigione. Quando si è trattato di lotta contro la mafia i governi si son comportati in maniera equivoca: 48 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==