Ernesto Mazzetti La mancanza di una cl1iara consapevolezza dei problemi e delle loro interdipendenze, che purtroppo é comune a molti esponenti politici napoletani ·costituisce senza dubbio una remora al celere inizio dell'opera di risanamento dell'economia cittadina e un ostacolo all'azione di quanti si sono mostrati immuni da tale confusione di idee. Un'altra difficoltà alla compilazione del programma per l'utilizzazione della legge speciale deriva poi dalla recente bocciatura del Piano Regolatore di Napoli ad opera del Consiglio, Superio·re dei Lavori Pubblici. Non ci pare che l'ingloriosa fine del Piano - i cui difetti, e, primo fra tutti, l'aver ipotizzata l'espansione della città nel solo ambito comunale e non già sul piano intercomunale, erano stati posti in luce da molti urbanisti - meriti un particolare cordoglio. Tuttavia, essendo,si sinora affermato che la programmazione degli interventi della legge speciale deve essere strettamente connessa all'esistenza del Piano Regolatore, temiamo fortemente che il rigetto di quest'ultimo o.fira qualche arma proprio a quanti dei programmi coordinati e precisi sono sempre stati avversari palesi o occulti. Questo pericolo, peraltro, è stato tenuto presente dal Consiglio St1periorc dei Lavori Pubblici, che ha ritenuto opportuno salvare dal naufragio del Piano proprio (ed esclusivamente) le disposizio,ni più strettamente connesse all'utilizzazione della legge, quelle cioè relative alle tre strade di circumvallazione progettate per la città. Nessun pretesto, dunque sarà d'ostacolo, se si vorrà affidare ad un piano lungimirante il compito di regolare le spese dei cento miliardi. Ma il problema é proprio quì: si vorrà realmente un programma del genere? È vero che molti tecnici e alcuni uo,mini politici si mostrano convinti di questa necessità; ma é pure vero che altri non se ne rendono conto. E poiché, in definitiva, l'ultima parola spetta agli uomini politici, e 1n particolare a quelli che Napoli manderà alla Sala dei Baroni con le amministrative di giugno, le perplessità sono più che giustificate. Noi ci auguriamo di tutto cuore che le elezioni consentano anche a Napoli la svolta che già si è avuta - e proficuamente - sul piano nazionale: una politica nuova per la città n.on può non essere opera di uomini e metodi nuovi. Ma ci auguriamo pure che, quale che sia la maggioranza al Consiglio Comunale, coloro che ne saranno l'espressione sappiano finalmente mostrarsi all'altezza delle loro responsabilità e svolgere una politica efficace ad avviare un processo di sviluppo in una città che troppo a lungo si è mantenuta ai margini del fervore di ripresa dell'intero Paese. Il compito più gravoso, l'elaborazione di una tale politica, è stato ad essi risparmiato, giacché la parte più consapevole di Napoli ha con sufficiente concordia indicato le direttive di fondo: intensa, ulteriore industrializzazione, e costituzione del demanio comunale. Rifiutare queste direttive, e sottrarsi all'impegno pregiudiziale di impostare un chiaro ed ampio programma coordinato a quelli della Cassa del Mezzogiorno, del Consorzio, di altri enti ed uffici, non sarà certo una manifestazione dell'autonomia del Consiglio Comunale, ma una riprova di incapacità, se non di asservimento ad interessi particolari. ERNESTO MAZZETTI 42 Bibriotecaginobianco
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