Giornale a più voci perché più gravi di tutti, ma perché capaci, una volta eliminati, di consentire una più rapida e meno dispendiosa soluzione (diremmo una soluzione « auto- . matica ») anche degli altri. Non sappiamo ancora quali risultati abbia dato l'iniziativa del Commissario·, se cioè le risposte pervenutegli abbiano permesso di tracciare un embrione di programma e stendere i primi progetti. È probabile, però, che eventuali direttive elaborate oggi a Palazzo San Giacomo non potranno condizionare quelle dell'amministrazione ordinaria che scaturirà dalle elezioni del 10 Giugno. Sembra, infatti, che il Ministro Taviani abbia rassicurato al riguardo esponenti politici napoletani che gli si erano rivolti timorosi di eventuali fatti compiuti che limitassero l'autonomia della prossima amministrazione ordinaria. Che l'azione di quest'ultima sia poi fedele agli indirizzi che il Commissario avrebbe potuto prescegliere, certamente non si può escludere a priori, essendo la questione assolutamente formale: ma l'inciso c'è parso necessario per mostrare la vanità del lavoro sinora svolto ai fini dell'adozione di decisioni concrete. · Dall'iniziativa del Commissario al Comune è nato, però, come dicevamo, un dibattito. Ed é già qualcosa; anzi, qualcosa di molto positivo, se si considera la relativa indifferenza che s'accompagnò all'entrata in vigore della precedente legge speciale, quella del '53, sprecata poi in malo modo proprio per la mancata elaborazione d'un qualsiasi ragionato programma per l'impiego dei mezzi predisposti. Questo dibattito ha visto sinora delinearsi due posizioni ben distinte, due opposte tendenze difficilmente conciliabili anche co_l ricorso ai consueti possibilismi. Va subito detto che ambedue partono della constatazione della insufficienza, di fronte ai problemi napoletani, delle so,mme messe a disposizione dal prestito obbligazionario. Per dare la misura di tale inadeguatezza basta pensare che i calcoli meno azzardati fanno ascendere a trecento i miliardi necessari all'edilizia po,polare per eliminare le bariacche, gli « alloggi di fortuna», i « bassi» e gli edifici pericolanti; cinquanta sono quelli indispensabili ai fini dell'estensione e dall'ammodernamento della rete st:riadale, e almeno altrettanti per la scuola; dodici per l'acquedotto; diaciassette per le fognature; venti per gli ospedali; diciotto per il demanio comunale. Si toccano quasi i cinquecento miliardi mentre la città ne avrà a disposizione solo cento in uno spazio di sei anni. Poi il contrasto. Tutte le tesi e le sfumature di esse ci sembra possano catalogarsi con due sole etichette: « industrializzazione »· e « problemi immediati». I fautori dell'industrializzazione (tra i quali - lo diciamo subito per doverosa chiarezza - ci troviamo anche noi) ritengono che coi cento miliardi della Legge, Napoli deve proporsi di determinare un « autonomo processo di sviluppo economie~», quale appunto può essere consentito dal rafforzamento della struttura produttiva e dal conseguente aumento del livello dei redditi pro capite. Perciò - essi sostengono - ogni risorsa disponibile deve essere rivolta a favorire ulteriori insediamenti industriali nell'area napoletana. La legge speciale può essere un poderoso strumento per siffatta politica qualora venga impiegata per realizzare strade di circumvallazione, di 39 Bibliotecaginobianco
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