• Note della Redazione per cui « aspettano a casa un invito». Temiamo che la gran parte di costoro non siano migliori degli altri, non siano migliori, cioè, di coloro che sono stati più o meno voluttuosamente qualunquisti prima e monarchici poi e di coloro che, meno rozzi o più raffinati, se di raffinati si può parlare, si sono infiltrati nella D.C. per frenarla o addirittura per svuotarla di quelli che sul piano nazionale sono i suoi contenuti migliori. Certo qualche caso di digni-, tosa ritrosia ci sarà; ma complessivamente i ceti dirigenti napoletani delle generazioni meno giovani sono malati degli stessi vizi e sono legati agli stessi pregiudizi per cui si sono potuti avere fenomeni come il qualunquismo ed il laurismo e si sono potuti avere i vari casi di trasformismo e di clientelismo che hanno appesantito, se non deformato, l'azione politica cittadina della D.C., certo non vantaggiosamente paragonabile all'azione politica cittadina condotta dalla D.C. i~ altre città italiane, a proposito della quale, a differenza di ciò che è avvenuto a Napoli, si possono dire anche cose buone, si possono anche riconoscere taluni 1neriti non irrilevanti. E le generazioni più giovani, la generazione di coloro che avevano 20 anni nel dopoguerra? I migliori o sono emigrati o sono stati bruciati dall'illusione di poter modificare per mezzo del P.C.I. la realtà borbonica contro la quale giustamente si erano ribellati. Non si può e non si deve prescindere da questo dato fondamentale quando si affronta il problema della « carenza di classe dirigente» a Napoli. Questo significa anche che oramai, ai fini della politica di sviluppo del Mezzogiorno, si pone il problema di mobi- . litare fuori di Napoli e fuori del Mezzogiorno i migliori cervelli che siano disponibili: settentrionali disposti ad associarsi in questa grande impresa nazionale, meridionali disposti a rientrare nel Mezzogiorno dal quale sono dovuti partire quando tutto era fermo. La giusta considerazione da cui l'on. Leone ha preso le mosse deve essere, dunque, portata alle estreme conseguenze, con una diagnosi ancora più spietata di quella che si limita a constatare il «vuoto» denunciato dal Presidente della Camera. Si potrà dire forse che siamo troppo pessimisti sulle generazioni meno giovani, ma non si può negare che, per quanto riguarda la nostra generazione, per quanto riguarda coloro che sono partiti e coloro che si sono bruciati, la realtà è quella che noi abbiamo qui indicato; e di conseguenza, da un lato si deve accelerare l'accesso dei giovanissimi alle funzioni dirigenti, dall_a' ltro si devono recuperare energie perdute, se è possibile, e fare appello comunque a energie disponibili altrove. Vi sono poi due passaggi del citato discorso del Presidente della Camera che ci riguardano direttamente. Con un giudizio n1olto lusinghiero sulla nostra attività pubblicistica - un giudizio del quale lo ringraziamo - l'on. Leone ci ha invitato a presentare una lista per il Consiglio Comunale di Napoli: nientedimeno. E qui ci è sembrato che l'on. Leone volesse dire questo: invece di « tallonare», con indicazioni, consigli e magari aspre critiche, la Democrazia cristiana, perché questi valenti giovani che si radunano intorno a « Nord e Sud» non si confrontano con la dura realtà del corpo elettorale? Ora noi vorremmo osser34 Bibliotecaginobianco
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