Note della Redazione della loro omogeneità economica»; e in pari tempo, con interventi per così dire es_tensivi, dovrebbe consentire ai comuni delle provincie interne, e comunque meno suscettibili ai fini di una rapida industrializzazione, di avvalersi finalmente di provvidenze che per essi sono state predisposte, ma di cui finora non si sono potuti avvalere. Purché si abbia presente, a propo- . sito di questi interventi nelle zone più povere, la severa « lezione delle cose »: perché è vero che i co1nuni di queste zone non hanno potuto concorrere adeguatamente all'assegnazione dei contributi per le infrastrutture, ma è anche vero che si sono prodigate risorse preziose - e non soltanto da parte della Cassa - per creare infrastrutture che fra pochi anni non risponderanno più alla logica degli insediamenti; è vero, cioè, che si è provveduto a strade, scuole, case popolari in comuni che stanno per essere abbandonati del tutto. Vi sono co1nuni, cioè, che devono essere aiutati, perché possano rinascere a nuova vita in un diverso contesto economico-sociale; ma vi sono anche insediameriti che sono condannati a morire o a dislocarsi del tutto: si deve saper distinguere fra gli uni e gli altri. Il " vuoto ,, napoletano Ci siamo procurati il testo del discorso che l'on. Giovanni Leone, Presidente della Camera dei Deputati, ha pronunziato al Congresso cittadino di Napoli della D.C., nel mese di marzo. È un discorso che offre più di uno spunto per mettere a fuoco i problemi napoletani di classe dirigente. L'on. Leone è partito da una considerazione molto giusta e che ci trova pienamente consensienti: c'è una grave « carenza di classe dirigente napoletana », che si manifesta co11particolare drammaticità nel « vuoto » fra la generazione dei più anziani e quella dei più giovani: un « vuoto » che non risparmia la D.C. e coinvolge in una crisi allarmante tutte le correnti politiche. E proprio in questo « vuoto » si inseriscono le aspirazioni degli « inidonei », si determinano, aggiungiamo noi, le infiltrazioni di elementi screditati (o per lo meno privi delle attitudini dirigenti necessarie per occupare i « posti » di responsabilità) e i recuperi di uomini che sono stati soltanto dannosi per la vita cittadina, come i vari rottami della destra qualunquista e borbonica che hanno trovato modo di farsi accogliere dalla Democrazia cristiana, o da altri partiti, nazionalmente più qualificati di quelli della destra. Onde il « vuoto » si risolve in un processo di deterioramento civile e politico della vita cittadina, che giustamente allarma l'on. Leone come allarma noi. Ma l'on. Leone cade, a nostro giudizio, in un eccesso di ottimismo quando ritiene di poter riempire il « vuoto » di cui si diceva, di poter porre riparo alla « carenza di classe dirigente », snidando dalle loro case e dai loro uffici tutti quei napoletani, tra i migliori, che sarebbero disponibili, in buon numero, ma che non si fanno avanti per una loro rispettabile ritrosia o per una loro dignitosa « fierezza», co1n1niste magari a una certa « neghittosità », 33 Biblio ecaginobianco
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