Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

• Note della Redazione TV e ribadita in ottobre al « convegno delle riviste », tenutosi all'Eliseo; e c'è stata pure, in settembre, una proposta dell'on. Pastore, formulata in un articolo sul « Nuovo osservatore ». È prevedibile che ora, nel quadro della · collaborazione fra Ministro del Bilancio e Presidente del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, le due proposte si fonderanno in una sola, precisa indicazione della funzione che alla Cassa può essere assegnata ai fini dell'impostazione e della esecuzione di quella « politica di piano» che l'attuale Governo deve preparare. Ne dovrebbe risultare avviato a soluzione, o per lo meno alleggerito, l'altro grave problema che ha costituito finora un punto dolente della politica di sviluppo: il problema del coordinamento, diventato sempre più acuto e difficile anche per le condizioni di « isolamento » in cui è stata tenuta la Cassa in conseguenza dell'« atteggiamento centrifugo» delle amministrazioni ordinarie. Quest'ultimo rilievo si legge in · un interessante articolo di Ettore Massacesi, pubblicato su « Mondo economico »: un articolo che si conclude con una nuova proposta relativa1nente alla « scelta dei tipi di intervento che la Cassa dovrà intensificare e di quelli che dovrà attenuare o abbandonare ». La questione della concentrazione e diffusione geografica degli interventi straordinari è stata posta più volte, del resto, dall'on. Pastore e dà luogo a una polemica tendenziosa da parte dei comunisti che accusano i governi di coltivare la prava intenzione di un abbandono di gran JJiartedell'area del Mezzogiorno a beneficio di pochi « poli di sviluppo » ( a proposito di questa polemica si veda la nota della redazione del ·numero di marzo dedicata alla Conferenza nazionale del PCI sull'emigrazione dal Mezzogiorno). La verità è che alla Cassa non si deve chiedere di fare troppe cose e di disperderle su tutto il territorio meridionale, come in parte è avvenuto finora. Gli interventi diretti della Cassa dovrebbero essere concentrati prevalentemente nelle zone suscettibili di più immediata valorizzazione, industriale, agricola, turistica. In pari tempo, però, al di fuori di queste zone, secondo la proposta di Massacesi, la Cassa dovrebbe operare egualraente, ma in un modo diverso, meno diretto: « si potrebbe incaricare la Cassa di aiutare, sotto determinate condizioni, gli Enti locali in quella parte del finanziamento che essi devono offrire per ottenere dallo Stato contributi vari per la costruzione~ di strade, o di scuole, o di altre infrastrutture ». Non si dimentichi, infatti, che questi contributi vanno a finire in gran parte a favore dei comuni del Nord, pur essendo stati predisposti avendo di mira le esigenze dei comuni del Sud. E questo perché i comuni del Sud - delle provincie più povere del Sud - non possono neanche disporre di quella parte ridotta di finanziamenti che pure è indispensabile per concorrere all'assegnazione dei contributi di cui si diceva. Così, in base alla proposta di Massacesi - che ci sembra meriti di essere presa in attenta considerazione - l'azione della Cassa viene differenziata a seconda delle aree di intervento in un modo abbastanza preciso: « la nuova formula della Cassa dovrebbe, essere caratterizzata da interventi polivalenti, ma intensissimi, portati su aree ristrette e definite in ragione 32 Bibliotecaginobianco

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