Note della Redazione spensabile punto d'appoggio esterno per la sua disperata battaglia centrista e che, co1nunque, il ritorno al centrismo sarebbe di per se stesso, sulla scorta delle esperienze del recente passato, la migliore garanzia di una prudente e opportunamente coperta politica conservatrice. Del resto, il trionfo malagodiano non è avvenuto senza un'ultima alterazione dell'equilibrio interno del PLI. C'è stato chi, sia pure a qualche anno di distanza, ha tratto le conseguenze della degradazione del PLI da partito riformatore a partito conservatore, che la vecchia sinistra liberale pronosticò quand'era ancora in nuce sei anni or sono, nell'atto stesso in cui si staccò dal partito, dando prova così di una chiarezza e lungimiranza di vedute di cui bisogna tuttora darle atto. In questo senso la scissione di « Democrazia Liberale » è di particolare importanza. Dopo di essa la permanenza nel PLI della sinistra di Cocco Ortu e di quei sinceri centristi che sperano (e s'illudono) di poter frenare, ad un bisogno, gli ulteriori inevitabili slittamenti del partito malagodiano perde ogni significato e, a dispetto della logica, l'opposizione più ragionata a Malagodi rimane quella della destra rappresentata da Zincane, che pone la distruzione della DC come obiettivo principe dell'azione liberale e si dichiara disposta, a questo scopo, ad allearsi anche col diavolo: manifestazione tipica di quel furore dissennato col quale i reazionari nostrani hanno più volte rivelato la loro autentica natura sovversiva. I nuovi problemi della "Cassa ,, Per quanto riguarda la Cassa per il Mezzogiorno si pongono oramai alcuni problemi che devono essere tempestivamente discussi e risolti. In primo luogo, il problema della proroga: si avvicina, infatti, la scadenza fissata dalla legge per la pluriennale spesa straordinaria nel Mezzogiorno amministrata dalla Cassa. Non c'è dubbio che una proroga è necessaria, specialmente se si tiene conto delle esigenze che in ordine alla politica di sviluppo devono essere fronteggiate dal governo di centro-sinistra. Da questo punto di vista, se si vogliono, come si devono, accelerare i tempi della politica meridionalista, c'è ancora bisogno della Cassa, anzi ve n'è bisogno più di prima. Sarà certamente utile rivedere qua e là i quadri ed i modi di intervento della Cassa, ma sarebbe assurdo privarsi di questo istituto che si è rivelato uno strumento assai efficace per interventi specifici nelle regioni sottosviluppate, uno strumento « settorialmente integrato », come suol dirsi, più rapido dell'amministrazione ordinaria. In secondo luogo si pone il problema della Cassa e della sua funzione nel quadro dell'auspicata evoluzione della politica meridionalista, da politica regionale di sviluppo a politica nazionale di programmazione ai fini di uno sviluppo equilibrato di tutta l'economia italiana. In questo senso vi fu una proposta dell'on. La Malfa, formulata in luglio durante un dibattito alla 31 Bibliotecaginobianco
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