~ Gian Giacomo Dell'Angelo possono aver luogo per insufficiente capacità finanziaria delle forze imprenditoriali; anticipare, anche in presenza di tali forze, decision.i ·di investimento che quelle forze possono essere esitanti a prendere e che, se ritardate, potrebbero non più giustificarsi in seguito a possibili peggioramenti della congiuntura; porre in essere un elemento di stimolo a ulteriori investimenti privati ». Nei rapporti tra i nuovi enti di sviluppo e le categorie contadine, un'altra funzione, di cui gli enti dovrebbero darsi carico, è quella di provvedere alla programmazione ed alla organizzazio11e della formazione professionale del personale destinato a rimanere nell'agricoltura come di quello deciso a trasferirsi in altre sedi. Le istituzioni, che operano nel campo della formazione professionale agricola, avranno così la possibilità di adeguare le proprie attrezzature ad esigenze rimaste il più delle volte finora indefinite; ma, ciò I che più conta, saranno messe in condizione di operare nei confronti di un personale destinato effettivamente all'agricoltura e non, come spesso oggi avviene, orientato ad utilizzare le nozioni acquisite dall'insegnamento agricolo per meglio porre la propria candidatura ad occupazioni negli altri settori e nella burocrazia. Ma è evidente che, per poter compiere questa programmazione delle esigenze di formazione professionale ai vari livelli per il settore agricolo, l'ente dovrà preoccuparsi di tutte le istanze che provengono dal mondo contadino. Si pone perciò come uno dei fondamentali compiti dei futuri enti, quello di dare allo esodo rurale ritmi e obiettivi meno incerti degli attuali. - A meglio regolare i primi un ruolo di rilievo potrebbe giocare la 1 accennata assunzione da parte degli enti di responsabilità dirette nella 1 gestione di aziende agricole e di altre attività, capaci di offrire occasioni di lavoro alle unità contadine non assorbibili a livello imprenditoriale nella nuova struttura produttiva. Per definire meglio gli obiettivi dell'esodo, gli enti dovrebbero predisporre servizi di informazione e di orientamento delle forze di lavoro ormai decise ·ad abbandonare le sedi di origine e le attività tradizionali per indirizzarle verso centri di preparazione e di smistamento operanti in modo coordinato con i ritmi di sviluppo dei settori extragricoli. Si può, anzi, fin da questo momento riconoscere che la riuscita dei nuovi enti sarà misurata dai risultati che avranno raggiunto nel coordinamento dell'esodo rurale e nel contemperamento dei moventi che lo determinano con le esigenze di salvaguardare e migliorare un patrimonio produttivo che altrimenti rischia di rimanere, anche in zone non tra le più povere, indiscriminatamente abbandonato. GIAN GIACOMO DELL'ANGELO 28 Bibliotecaginobianco
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