• Vittorio de Caprariis le cammino verso l'assetto moderno, di infrastrutture economiche già abbastanza avanzate, di classi politiche evolute e di quadri tecnici edu- .cati: suppone, insomma, tutto ciò che v'era in Europa nel 1948 e che non c'è, o c'è solo in minime proporzioni, in Asia, in Africa o nell'America Latina. Del pari, nei confronti della sfida sovietica, i dirigenti democratici, se hanno perfettamente inteso che il problema non era soltanto di equilibrio degli armamenti, ma politico e psicologico, si sono illusi, tuttavia, che vi fossero possibilità di negoziato assai più ampie di quante non ne esistessero in realtà, e sono giunti al potere annunciando cose mirabolanti, perché credevano effettivamente di poterne fare qualcuna. Ed anche qui il tempo necessario per prendere coscienza delle realtà effettuale ha ritardato la definizione di una politica americana coerente ed omogenea. Finalmente, non sembra che I'équipe democratica, nel processo di ridimensio11amento delle generose idee della vigilia, abbia inteso tempestivamente che, dati i rapporti di forza e le condizioni attuali di divisione del mondo in zone strategiche contrapposte, la politica estera degli Stati Uniti dipendeva in larga misura dalla politica interna. Il prestigio internazionale degli Stati Uniti, nella gara in corso tra i due sistemi, aumenta non solo per il consolidamento della loro forza n1ilitare o della loro capacità di iniziativa diplo~atica, ma anche in ragione dell'attitudine del sistema americano ad andare oltre i traguardi attuali. Quando gli Stati Uniti dimo~trano, come possono e dev01.10fare, di essere capaci di costruire una società più giusta ed umana di quella attuale, di sapersi muovere oltre le mete formidabili che sono state già raggiunte, l'esemplarità della loro esperienza si traduce in prestigio politico sul piano dei rapporti internazionali ed in rafforzamento del sistema democratico per ogni dove. Non aver compreso tempestivamente questo fatto, pare conseguenza di un difetto di ripensamento della più recente storia del paese e di una certa confusione dottrinaria, che si può notare negli ideologi della « nuova fro11tiera ». L'idea che vi sia una tradizione progressista americana che dura dall'ultimo decennio del secolo scorso, a .cui gli americani degli anni '60 si devono connettere, è un grave errore di prospettiva storica, che porta con sé un grave errore di valutazione politica: in realtà, nella più recente storia americana v'è stata una grande rottura con la tradizione, ed è stata quella del « new deal ». Da allora si sono consumati molti dei temi del progressismo vecchio stile, e nuovi problemi sono venuti in primo piano: « la tradizione politica americana é eminentemente nazionalistica e in massima parte isolazionistica; fieramente individualistica e capitalistica; in una società .integrata e consolidata, che esige responsabilità di portata internazionale, nonché unità, centralizzazione 16 Bibliotecaginobianco
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