Saggi Non si può, in altri termini, dire cl1e in questi anni non ci si sia mossi e non si sia tent~to, in tutte le maniere ed i modi possibili, di portare un contributo alla conoscenza della realtà in cui viviamo ed operiamo, di suscitare un certo interesse nei cittadini e, al tempo stesso, di richiamare l'attenzione dei politici e dello Stato su particolari aspetti · e situazioni della nostra società. Quanto, poi, ai risultati di quest'ultimo tentativo si potrebbe quasi dire che la risposta ci è stata data da ogni intervento che sia stato fatto nel Mezzogiorno e fuori. E, nella generalità dei casi, ci è stata data in un particolare modo. Ci è stata data, cioè, quando - nell'accingersi ad intervenire - lo Stato non si è nascosto le componenti sociali connesse a quel deter.J minato intervento o quando ha perfino previsto - non entrerei, qui, nel merito se considerare sincero e disinteressato questo intervento - di dover promuovere, a fianco dell'intervento tecnico ed economico, anche quello sociale. Ma direi che c'è stata data anche - e, questa volta, decisamente negativa - nella misura in cui raramente, troppo raramente, lo Stato ed i centri di decisione politica si sono rivolti intenzionalmente ai ricerca~ori. Più spesso, invece, hanno preferito accettare il consiglio, il sug- . · gerimento o la correzione da parte di questo o quell'esperto, ma più come tale che come « ricercatore sociale » o rappresentante di un gruppo di ricerca. E non meraviglierà accorgersi che questa accettazione era, comunque, inevitabile perché quell'esperto - lo si voglia o meno e per questo o quel motivo - era assurto ad una posizione ben nota al1 'opinione pubblica e conservava, da parte sua, un implicito diritto ad esprimere le proprie idee e convinzioni. In altri casi - e cercherò, in seguito, di fornire qualche esempio - l'iniziativa presa da questo o da quel gruppo di studio è stata utilizzata ·Anna Anfossi, Magda Talamo e Francesco Indovina ( « Ragusa: comunità in transizione» Ed. Taylor, Torino 1959), i « Contadini in Liguria» ed i « Contadini della Toscana » entrambi a cura di Francesco C. Rossi e pubblicati nella rivista « I tinerari » di Genova (rispettivamente A. VI, n. 35-36 del 1958 e A. VII, n. 45-46 del 1960). Tra i secondi citerei le inchieste del gruppo di « Terza Generazione» (rivista pubblicatasi a Roma dall'ottobre 1953 al settembre 1954, diretta da Bartolo Ciccardini ed edita da Baldo Scassellati ed Ettore Sobrero), gli studi del Centro per le inchieste e gli studi economico-sociali in Sicilia a cura di Carla Cugino ed Emanuele Sgroi e, infine, quelli dovuti a Danilo Dolci ed al suo gruppo. Del resto tutti conoscono le pubblicazioni di quesfultimo: « Fare presto e bene perché si muore » Ed. De Silva presso la Nuova Italia, Firenze, 1954; « Relazione su Partinico » in Atti del Congresso Internazionale di studio sul problema delle aree arretrate, Milano 1954, Ed. Giuffrè, Milano, 1956; « Banditi a Partinico » Laterza, Bari, 1955 e 1956; « Inchiesta a Palermo » Einaudi, Torino, 1956; « Una politica per la piena occupa- . - zione >> Einaudi, Torino, 1958 e « Spreco: documenti e inchieste su alcuni aspetti . dello spreco nella Sicilia Occidentale» Einaudi, Torino, 1960. 127 B ·.iotécaginobianco
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