Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

• Gilberto Antonio Marselli per primo in Italia, promosso tutta una serie di iniziative senza le quali - è doveroso riconoscerlo - sarebbe stato impossibile, per tutti noi, conseguire certi risultati. E, dicendo Movimento di « Comunità» è come dire Adriano Olivetti, particolarmente, ed un gruppo di suoi collaboratori più vicini .. Lo stesso esperime:r;ito Friedmann a Matera - iniziatosi con una borsa Fullbright e proseguito, nella seconda fase, con un finanziamento della Rockefeller a questo· studioso - fu reso possibile, successivamente, solo grazie all'assunzione, da parte dell'UNRRA-CASAS Ja Giunta (di cui Olivetti era Vice-Presidente), del relativo onere finanziario. Ed altri aiuti - sotto forma di personale, di consulenti, di esperti o di materiale scièntifico e libri - furono ottenuti direttamente dallo stesso Olivetti. C'era in lui, cioè, anche quell'esigenza tecnica cui accennò Franco Ferrarotti - che lo ha sostituito in Parlamento - commemorandolo 18 « ossia la ricerca scientifica come strumento di lavoro, allo scopo di sottrarre le decisioni rilevanti alle contraddittorie pressioni degli interessi sezionali e alle operazioni di sottogoverno ». Mi rendo perfettamente conto che - ancora oggi -, nel voler formulare un giudizio su questo gruppo, ognuno di noi può essere" portato a conclusioni anche diverse a seconda che ne consideri a parte i singoli aspetti (quello culturale, quello ideologico, quello organizzativo, quello politico ecc.) o, piuttosto, tenda ad un giudizio complessivo. Ma sono, contemporaneamente, del parere che non vi debba essere alcuno che possa mettere in dubbio un dato di fatto: Adriano Olivetti era, almeno, uno dei pochi che, in un certo periodo della vita italiana, ha fermamente creduto che si potessero e si dovessero stabilire dei reciproci rapporti tra ricercatori sociali e centri di decisione politica e sociale. E vi ha tanto creduto che egli stesso aveva ben intuito che, perché ciò potesse accadere, era innanzitutto necessario crearne il bisogno nell'opinione pubblica (da ciò la funzione divulgatrice ed informatrice - e, forse, anche formatrice - affidata alla sua rivista), operare sui partiti ed i sindacati nonché, possibilmente, sullo stesso potere centrale (da cui, forse, la decisione di « politicizzare » il suo movimento, di farlo partecipare alle competizioni elettorali, di accettare il seggio parlamentare) e, non ultimo, interessarne gli intellettuali e gli specialisti (il che spiegherebbe, almeno in parte, il suo ruolo di moderno mece18 Cfr. « Testimonianze per Adriano Olivetti», commemorazione tenuta in Parlamento dall'On. Franco Ferrarotti in « Comunità» A. XIV, n. 79, maggio 1960. 114 Bibliotecaginobianco

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