Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

Gilberto Antonio Marselli ne, che vogliono esere risolte in un modo o nell'altro. Qual'è la nostra motivazione di cercare di aiutare gli altri a risolverli? Perché voglìamo prendere il contadino e trasferirlo a la Martella? Perché nella configurazione storica questo rappresenta uno sviluppo razionale pacifico (opposto a sviluppi irrazionali e violenti)? È importante chiarire la filosofia dell'intervento, del nostro intervento, anche per la sperata efficienza dei nostri tentativi di cambiare la situazione. È importante fare un elenco di problemi (il che significa capire la comunità nella sua vera vitalità), dei rapporti tra questi problemi (di quelli intangibili e di quelli espliciti); sarà necessario distinguere quelli che devono essere risolti per mezzo di intervento ' esterno ' e quelli, che, invece, devono trovare il loro corso naturale ». Tutto ciò lo portava a concludere « credevo, e credo ancora oggi, che per capire la realtà umana non ci vuole una descrizione minuta (direi dal di fuori), ma penetrazione intima dettata non da sentimentalismi, ma da un senso profondo di responsabilità sociale. In altre parole uno studio freddamente positivista: sono convinto che c'è obbiettività oltre il campo ristretto della scienza odierna, obbiettività morale, se si vuole ». Si può essere più o meno d'accordo con queste idee, ma non si può, certo, negare che l'impostazione, che si veniva, così, a dare alla ricerca sociale nel mondo contadino meridionale - u11 mondo in movimento, come si è visto - era, se non altro, nuova e tale da accendere un certo interesse nei ricercatori e, d'altra parte, in grado di creare un ponte tra ricerca ed intervento (il che, in ultima analisi, può anche significare tra ricerca e scelte politiche). A prescindere da quelli, che sono stati i risultati pratici dello studio di Matera, ritengo che basterebbe questa considerazione - e quella, da essa strettamente dipendente, dell'influenza che queste idee hanno potuto avere su quanti vissero quell'esperienza - per attribuire allo esperimento Friedmann tutta la sua importanza. E si era ancora nel 1951. Ciò spiega anche perché, ancora Friedmann, pensò di dar vita, successivamente, ad un altro esperimento: un « symposium » internazionale sul tema « il modo di vivere dei contadini e la loro concezione della vita » 11 al quale, di volta in volta, parteciparono studiosi di vari paesi e di discipline diverse. E, tra tutti, vorrei particolarmente ricordare Robert Redfield, professore di antropologia all'università di Chi11 Una parte di questo « symposium » è stata pubblicata in « Comunità » (A. X, n. 39, aprile 1956, p. 22) e, più esattamente, il I ed il II documento. A questi ne seguirono, successivamente, altri cinque. 108 Bibliotecaginobianco

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