Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

Kennedy, un anno dopo sarebbero trovate innanzi più o meno intatte, se avessero vinto le elezioni. E, d'altro canto, certi libri che sono stati pubblicati, sulla più recente storia degli Stati Uniti, e le riflessioni che questi libri avevano stimolate, suscitavano qualche naturale riserva sull'albero genealogico che i sostenitori di Kennedy venivano costruendo, nell'entusiasmo elettorale, per le dottrine della « nuova frontiera » e sulla consistenza stessa di queste_ dottrine (e su ciò avremo occasione di tornare più avanti). Nè si poteva negare che nell'impostazione della campagna elettorale di Kennedy, nel modo in cui il giovane senatore del Massachusetts aveva imposto se stesso nella lunga corsa delle « pri1narie » e alla Convenzione democratica, nella sua premura a circondarsi del classico « trust di cervelli », nel perfetto funzionamento della macchina da lui costruita, insomma, v'era qualcosa che impressionava per la sua perfezione tecnica e per la sua spregiudicata modernità, ma che, insieme, non persuadeva interamente. Anche alcune delle formule più prestigiose di Roosevelt erano state create dai suoi consiglieri o da quelli che gli preparavano i discorsi: quella famosa ed acutissima, che i grandi industriali e finanzieri, proprio in ragione della loro bigness, esercitavano un mandato pubblico per cui dovevano rendere conto, al paese, era, com'è noto, di Adolf Berle junior; il celebre « rendez-vous with destiny » era stato inventato da uno dei suoi collaboratori letterarii, mutando leggermente il titolo di un articolo di Walter Lippman ( « Appointment with destiny » ). Ma in Roosevelt v'era un calore di auto-convincimento e di persuasione e soprattutto la disinvoltura naturale di un grande leader; e queste cose si cercavano invano in Kennedy. La biografia di quest'uomo pareva tutta costruita in vista della utilizzazione elettorale: la terribile avventura in guerra, il libro che aveva vinto il premio Pulitzer, la precocissima passione politica, il viaggio d'istruzione intorno al mondo ... La propaganda è, certamente, una delle dimensioni fondamentali della lotta politica nelle società democratiche di massa: e Kennedy ed i suoi amici davano l'impressione di padroneggiare .perfettamente questo formidabile strumento. Ma appunto la loro consumata abilità tecnica lasciava pensosi e portava a chiedersi, con preoccupata perplessità, cosa vi fosse effettivamente dietro quell'abilità. Questi erano i problemi (l'altro, quello della fede religiosa di Kennedy, era una questione assolutamente irrilevante) che pensosi osservatori della realtà politica degli S. U. si ponevano, anche pubblicamente, durante la campagna elettorale del '60 e dopo la vit- . toria dei democratici, ben sapendo che a queste domande le risposte giuste avrebbero potuto darle i fatti soltanto. Durique, il problema non é di « grandi speranze » e di « alte illusioni », non é delle più o meno amare disillusioni di cl1i scrive o di altri. 9 Bibliotecaginobianco

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