Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

• Gilberto Antonio Marselli delle condizioni generali e di questa o quella situazione particolare oltre che dei fatti e delle realtà tecnico-economiche della nostra agricoltura e, soprattutto, fungemmo da utile trait-d'union. Da loro, invece, apprendemmo ad accostarci in un particolare modo ai nostri problemi, accettammo delle lezioni informali sulla tecnica della ricerca sociale, avemmo i primi questionari e le prime schede e imparammo meglio la tecnica del « team-work » (lavoro di gruppo). . . I primi a venire nel Mezzogiorno credo siano stati proprio il Prof. George Peck ed il Prof. Frederick G. Friedmann. L'uno, Peck, si interessò allo studio della comunità di Tricarico (Matera) - il paese di Rocco Scotellaro - e fu il primo a valersi di un questionario per poter « misurare » alcune reazioni ed alcuni atteggiamenti di quei contadini. Erano domande, che spesso potevano anche apparire estremamente ovvie o, con altrettanta probabilità, estremamente assurde eppure aprivano a tutti noi nuovi orizzonti. Alcune di queste ricomparvero, sia pure per un momento, in una bozza di questionario, che Rocco Scotellaro aveva preparato quando cominciò le sue interviste per i « Contadini del Sud »: non per niente, infatti, egli era stato l'aiutante più attivo di Peck ed il suo tramite con i contadini della Rabata (il quartiere più povero di Tricarico). L'altro, Friedmann, ha avuto, senza alcun dubbio, una maggiore influenza - pur non volendo, con questo giudizio personalissimo, minimizzare l'importanza dell'apporto dato da George Peck - soprattutto perché, sin dall'inizio, egli volle tentare l'esperimento del « gruppo di studio », cor1tinuandolo, successivamente, con quello di un « symposium » internazionale. Di entrambi questi esperimenti cercherò di fornire tutte le informazioni possibili; ma prima vorrei seguire lo stesso Friedmann nelle sue prime esperienze italiane. Innanzitutto sarà bene conoscerlo meglio: egli è un oriundo tedesco, che fu costretto a lasciare la propria patria in seguito alle persecuzioni razziali e, durante il suo viaggio verso la nuova patria (gli Stati condizioni degli operai nelle miniere della Sardegna (Parpaglia, Biscaretti di Ruffia, Carafa d'Andria, Crespi, Pala, Moschini ed altri); quella del 1910-11 sulle condizioni di vita dei contadini nelle provincie meridionali ed in Sicilia di Faina, Cappelli, Cefali e Nitti con la consulenza tecnica di Bordiga, Azimonti, Lorenzoni, Marenghi, Presutti, Jarach, Carano-Donvito ed altri; quella del Ciuggolini del 1930 o, infine, gli scritti più recenti di Nitti, Salvemini, Giustino Fortunato, Zanotti-Bianco, Antonio De Viti De Marco, Giuseppe Cuboni, Luigi Sturzo, Pasquale Villari, Antonio Gramsci ecc. vorrei aggiungere - quasi per dar loro un _maggior risalto di quello che in realtà, forse, già hanno - quelle pregevoli monografie « sociologiche» redatte in anni diversi durante il regno borbonico, che coprono gran parte delle comunità meridionali. 104 Bibliotecaginobianco

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