Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Mario Caciagli di Salvemini, che operava attivamente in Inghilterra al serv1z10 del regime e aveva pubblicato anche un libro di ispirazione fascista sulla recente storia italiana. Si trattava anche, per Salvemini e gli altri antifascisti, di smontare pregiudizi piuttosto diffusi nel pubblico straniero, relativi, da una parte, all'incapacità naturale degli italiani di governarsi mediante libere elezioni, e, dall'altra, ai meriti di Mussolini nell'aver preservato il paese da una rivoluzione «bolscevica» e di aver riportato l'ordine. In proposito numerosi erano gli scritti e gli elogi di giornalisti e scrittori politici inglesi: e potremmo anche aggiungere, come significativi di una mentalità, i giudizi positivi di Churchill o la soddisfazione dei turisti che di ritorno dalla penisola raccontavano di aver trovato « finalmente» le città tranquille e i treni in orario. Le conferenze e gli scritti di Salvemini furono, quindi, soprattutto ispirati alla necessità di polverizzare tali pregiudizi e ., luoghi comuni. Già nel 1927 egli dava alle stampe un volume di storia e documenti, The fascist dictatorship in Italy. Uscito negli Stati Uniti, esso venne ripubblicato l'anno seguente, largamente riveduto, a Londra. Alcuni anni dopo Salvemini si trasferì, com'è noto, negli Stati Uniti a tenere una cattedra di storia della civiltà italiana alla Università di Harvard. E qui, negli anni intorno al 1943, tenne un corso, poi redatto in dispense con la collaborazione di Giorgio La Piana, sull'Italia del primo dopoguerra. Di The fascist dictatorship in ltaly apparvero altre edizioni dopo quella londinese del 1928 e delle traduzioni, con il testo ridotto, in francese e in spagnolo. Le lezioni di Harvard erano rim~ste invece inedite. Ambedue le opere, tradotte e curate da Roberto Vivarelli, sono apparse in un unico volume della serie delle opere complete salveminiane, che Feltrinelli va pubblicando (Gaetano Salvemini - Opere, VI - scritti sul fascismo, vol. II a cura di Roberto Vivarelli - Feltrinelli Editore, 1961, pagg. 677. L. 4800). L'intera pubblicazione delle opere dello storico di Molfetta, progettata da un gruppo di amici all'indomani della sua scomparsa, verrà a soddisfare l'attenzione e l'interesse degli studiosi e del più vasto pubblico, specialmente considerando, oltre la notorietà di Salven1ini, il fatto che alcuni scritti celeberrimi sono divenuti introvabili e altri - com'è, si è detto, il caso di questi - erano addiritt11ra inediti in Italia. Le op~re complete permetteranno di cogliere interamente la misura della validità dell'attività storiografica di Salvemini. La dittatura fascista in Italia è, delle due opere del volume citato, quella più scopertamente politica, e per il clima in cui venne concepita e scritta e per lo scopo immediato di polemica e di dibattito che si proponeva. Essa appare così come una raccolta di testimonianze, documenti e resoconti di numerosissimi episodi, che rendesse possibile al pubblico straniero, se non ancora una comprensione, almeno una conoscenza precisa degli avvenimenti e dei metodi che avevano portato Mussolini al potere e gli avevano permesso di restarci. Fin dalle prime pagine risulta inoltre evidente lo sforzo e l'intenzione di mostrare Mussolini, il presunto salvatore dell'ordine, come cor96 Bibliotecaginobianco

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