Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Augusto Graziani infine alla questione iniziale dello sviluppo economico; su questi aspetti della formazione del reddito nel lungo periodo, la teoria ha fatto progressi assai minori che in altri campi, e Napoleoni non può far altro che riportare quel tanto di esperienza che si è riusciti ad accumulare nei dieci o quindici anni trascorsi da quando il problema è comparso alla ribalta della scena politica. Il libro di Napoleoni lascia più e più volte ammirati per la sicurezza con cui viene messa a nudo l'ossatura di ogni dottrina, e la familiarità che l'autore mostra di avere con il pensiero di tanti autori, anche nei dettagli minori. Ma non si può nascondere che la visione generale del pensiero ecomico contemporaneo accolta da Napoleoni lascia l'impressione di essere per più aspetti soggettiva. Ogni problema storico è destinato a mutare volto a seconda della prospettiva in cui viene inquadrato. Napoleoni si colloca idealmente nel clima spirituale dell'equilibrio generale e fa sua la visione walrasiana. del sistema economico. Questo, sotto il profilo storiografico, rappresenta già una scelta, e per di più una scelta condizionante. Per un walrasiano convinto, tutto quello che è venuto dopo Walras rappresenta uno sviluppo della dottrina originaria; tutto il pensiero economico del '900 appare come conseguenza e perfezionamento della dottrina principe dell'equilibrio generale. Ma proviamo a mutare prospettiva. Poniamoci nei panni dell'economista di oggi, che guarda al passato risalendo fino al pensiero ·di Walras, e vedremo che la pittura rimane profondamente mutata. Non mancheranno le corrispondenze con la visione di prima, si noterà come molti precursori abbiano anticipato il pensiero successivo, e si vedrà in quale misura la visione neoclassica abbia contribuito a determinare la forn1a mentis dell'economista contemporaneo. Ma emergeranno anche tutti gli aspetti nuovi, gli orientamenti originali, le svolte imprevedibili del pensiero. Queste non possono e non debbono essere interpretate come semplice continuazione del passato: esse rappresentano una autentica creazione originale che è giusto attribuire soltanto allo sforzo di elaborazione e alla fantasia creatrice degli economisti contemporanei. Gli aspetti fondan1entalmente nuovi del pensiero economico del '900 · sono in definitiva due: il rinnovamento del metodo e il progressivo abbanf dono della concezione meccanicistica del sistema economico. Il· primo si può dire ormai un fatto compiuto-, e con ogni probabilità irreversibile; il secondo si va facendo strada faticosamente in molte correnti di pensiero, e, come sempre accade, non sarà che una tappa provvisoria nella storia della scienza economica. Accanto a queste due innovazioni fondamentali, altre ve ne sono, di minore portata, ma anch'esse significative ed essenziali I al fine di inquadrare correttamente l'evoluzione del pensiero economico del '900; fra queste, principalissima, lo spostamento di attenzione dal sistema dei prezzi al sistema delle quantità prodotte e consumate. Ma procediamo con ordine. Sotto il profilo metodologico, il nostro secolo ha visto l'afferma~ione, direi definitiva, del metodo empirico sperimentale. Con questo la scienza 90 Bibliotecaginobianco

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