Argomenti zione della pedagogia autoritaria, in clima di politica di potenza, adottarono i funzionari coloniali, desiderosi di trasformare le genti autoctone in tipici europei delle classi medie. Ma in effetti la scelta di una procedura non è indipendente dalla immagine che si possiede del campo _in cui si deve operare: alla base di tutti i. colonialismi è statà la suppç>- sizione di operare in spazi liberi da civiltà~ ed una analoga visione ispirò il comportamento di quel generale Govoni che, inviato nel 1863 a reprimere il brigantaggio in Sicilia, giu~tificò le atrocità di ·cui ~ra stato accusato, dicendo che i siciliani erano barbari ed incivili ed ~era indispensabile trattarli duramente. La tradizione, che, per il suo esagerato timore di fronte alle deviazioni dalle norme istituzionali, ricade sotto tutte le defi11izioni della psicopatia (Benedict), ha abituato gli individui · a rispondere c0n la stessa costanza e precisione dei cani di Pavlov. Ma come questi disin1pararono quasi tutto quando un'inondazione invase le cucce, così se le condizioni di ambiente sono violentemente turbate, le risposte automatiche, accuratamente costruite, crollano. La trasformazione del si- . . \ sterna delle occupazioni, cioè la modificazione del ·sistema prof essionale e la necessaria evo~uzione delle ~trutture tecnico-produttive, provoca correnti di mobilità che generano un nuovo assetto in tutta la organizzazione sociale. Gruppi di pressione e centri del potere si spostano e si sgretolano, i controlli che fissano il costume si allentano ed il limite di tolleranza alla deviazione si fa più ampio, sorgono così nuove formulazioni della morale e del costume. Il Mezzogiorno si è fermato alla prima grande rivoluzione economica della storia, quella che gli antropo.logi chiamano la << rivoluzione agricola », deve oggi fare la seconda. Come la prima portò ad. un nuovo assetto sociale e modificò grandemente la cultura dei popoli raccoglitori e cacciatori; come la rivoluzione industriale, nata dalla introdt1zione · di alcuni artefatti e procedimenti tecnici ha sconvolto il mondo occidentale e si appresta a rinnovare il resto del mondo, perché « ripercorrere » e « rifare » la storia non dovrebbe portare modificazioni (certamente non si è tanto ingenui da aspettarsi le stesse) nella struttura socio-culturale del Sud? Eppure c'è chi dubita. A noi valga, come sim1 bolo e presagio di tempi nuovi, la donna montegranese che a Banfil. d confessava: « Portavo il lutto, ma naturalmente lo smisi quando decidemmo di tenere la radio. Non si può essere in lutto ed avere una radio in casa che va». E questo nella terra del lamento funebre rituale, dove il lutto si porta tutta la vita. ANTONIO VITIELLO 87 Bibliotecaginobianco
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