Argomenti Qualcosa di analogo accade nella sub-cultura a proposito del delitto d'onore per cui la qualificazione· giuridica di illecito penale non corrisponde alla qualificazione morale della sub-cultura. Il delitto d'onore è omicidio volontario perché un codice di leggi lo qualifica per tale, ma dal punto di vista del costume e della morale della sub-cultura è un diritto dell'offeso. Un sondaggio di opinione condotto a cura del CRIS (Centro Ricerche Industriali e Sociali), rivela che rubare e fare la spia a qualcuno è, per le donne meridionali, più grave che uccidere per onore. Lo Stato esercita quindi il potere contro una legge morale ancora viva fra i componenti la sub-cultura e, poiché nessun volere può essere vincolato per motivi etici ad una legge che disapprova, non c'è da meravigliarsi se l'autorità è disubbidita. Non veniamo certo a chiedere uno ius singulare per i meridionali, e tantomeno tentiamo t1na sotterranea apologia di reato: ci interessa soltanto sottolineare che lo Stato si trova a realizzare certi fini - come il miglioramento e l'educazione dei costumi, che dipendono da una disposizione non controllabile con la coercizione fisica - con mezzi inadeguati, appunto con la tecnica coercitiva. Noi dobbiamo rettificare l'articolo 587 e punire adeguatamente gli uxoricidi: lo richiede il funzionamento della nostra società; ma non saremo giusti se al tempo stesso non faremo tutto quanto può modificare l'attitudine della sub-cultura, se non aiuteremo i meridionali a svincolarsi dallo sterile abbraccio con i cadaveri della loro storia. E lottare in questo senso è compito elettivo dell'opinione pubblica democratica: è significativo cl1e lo studio condotto da T. W. Adorno sulla personalità autoritaria concludesse, fra l'altro, che sono più etnocentriche le persone autoritarie e quelle che valutano le difficoltà altrui indipendentemente dalle responsabilità che hanno verso di loro. O adeguiamo la sub-cultura al diritto o si ripeterà la stessa ingiustizia delle leggi coloniali. Ci sembra a tal punto di aver sufficientemente chiarito il carattere puramente polemico del concetto di « sottosviluppo morale ». La « barbarie » dei Germani non era altro che la definizione negativa dei romani, agricoltori e commercianti stabilmente insediati, per un popolo che viveva di guerra e di caccia e di un'agricoltura così primitiva da costringerlo a continue migrazioni (e non invasioni). Così la « inciviltà » dei meridio11ali di cui si parla oggi è la definizione negativa prodotta dallo et11ocentrismo (il pendant collettivo del narcisismo), della cultura industriale. Si spiega allora come nel linguaggio degli sfoghi dell'animo, più che delle riflessioni approfondite, fra iperboli, esclamazioni e frasi 85 Bibliotecaginobianco
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