Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Documenti nia di cui parlano gli economisti e che consente un'economia espansiva; mentre senza buona volontà l'economia tutta crolla e dà luogo a crisi e catastrofi. Quindi la buona volontà ci vuole ed é chiaro che io faccio appello alla buona volontà di tutti e lo faccio proprio io che ho meno diritto di farlo perché sono quello che per ragioni personali ha dato negli ultimi due anni il minor contributo organizzativo, di lavoro attivo, al Partito Radicale, quindi, sono proprio io, che mi trovo nella condizione di chi deve sentirsi più 1nortificato, che vi dò questo consiglio, faccio questo appello di buona volontà reciproca, di concordia reciproca. Ma c'é un problema storico politico che non si riduce alla buona volontà. Questo partito é nato su una linea ideale; c'é stata una evoluzione della sinistra del liberalismo italiano di cui il Mondo é stato il portavoce e il Partito Radicale non può vivere di~ersamente, non può vivere che su questa linea ideale. Buona volontà, comprensione, da parte di tutti, a cominciare dai più anziani ed illustri, però consapevolezza da parte di tutti che questa é la realtà radicale. Amico Gardi, ecco, un partito non può vivere se non a continuazione della propria storia. Io ho vissuto l'esperienza del Partito d'azione. Non ero sulle posizioni di Ugo La Malfa e di Ferruccio Parri che uscirono dal Partito d'azione perché prevalse la tesi liberal-socialista di Calogero e di Codigliola, congiuntasi per vari episodi che non sto a rievocare, con quella socialista classista di Lussu. Io venivo da un'esperienza del tutto diversa da quella liberaldemocratica amendoliana di La Malfa. Venivo dalla corrente libertaria del marxismo, poi da « Giustizia e Libertà »; se volete dall'eresia del socialismo italiano e ne sono fiero anche se oggi sono molto più d'accordo con La Malfa, non dico con Parri perché egli ha fatto invece un'evoluzione diversa, di come non fossi nel 1945-1947. Non avete cl1e da leggere il nostro carteggio della Resistenza pubblicato da Ragghianti, il carteggio fra La Malfa, Ragghianti, Rossi Daria e me, e vedrete discussi ivi - nel 1944 - tutti i problemi esplosi nell'immediato dopoguerra. Certo non cercate lì una risposta ai problemi odierni perché neanche noi eravamo profeti; noi abbiamo previsto Fiumicino, non abbiamo previsto Amici e i suoi amici, non abbiamo previsto gli amici degli amici al governo anche dopo Fiumicino, non abbiamo previsto che alla vigilia di andare al Congresso di Napoli per realizzare la formula di centro-sinistra, la democrazia cristiana avrebbe accettato in Parlamento la formula di centro-destra per coprire le malefatte di Fiumicino; questo non l'abbiamo previsto, siamo stati degli ingenui e degli illusi alla luce del 1962; ma i problemi del 1945-46 li abbiamo analizzati e abbiamo constatato su quali d'essi non eravamo d~accordo. Però, quando si venne al Congresso, e si profilò la rottura fra i liberali-democratici e i socialisti del 71 Bibliotecaginobianco

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