Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Editoriale Camera mostra come in qitesti gruppi il rapporto di forze tra .maggioranza ed opposizione sia diverso che nel partito. La minoranza· democristiana è sovrarappresentata in Parlamento: e questo è un fatto che non solo potrà avere conseguenzé sul.l'efficienza del governo di centrosinistra, ma che anche fornisce un'ulteriore· dimostrazione della durezza della resistenza che la destra opporrà alla ·maggioranza del partito. L'altro equivoco cui abbiamo accennato è. quello in cui sono· incorsi taluni osservatori politici ed una parte dell'opiniòrze democratica, che t!oppo frettolosamente hanno esaltato nell' 011: Moro l'unico pro·tago .. nista ed· eroe della svolta democristiana ed hanno contrapposto l'astro sorgente del segretario del partito a quello decli11ante del presidente del Consiglio. Tutto questo ci sembra ingeneroso e fallace: l'on. Fanfani - i cui limiti sare1no noi gli ultimi a negare _o a dimenticare - resta l'uomo che all'ùidomani delle dimissioni d~lla segreteria del partito e dal governo ha irnpegnato una battaglia a fondo nella DC, precostititendo i11 questa delle posizioni di forza che dovevano facilitare la vittoria di Moro. E questo non bisogna dimenticarlo non solo per onorare il dovere di attribitire ad ognuno quella parte dei meriti che gli tocca, ma anche, ed anzi soprattittto, perché dimenticarlo equivale a prescindere dai rapporti di forza reali esistenti all'interno della DC, equivale a trascurare l' effettiva composizione della Den1ocrazia Cristiana medesima e rischia finalmente di forni re itna visione sbagliata delle lotte ancora in corso nel partito cattolico. Vogliamo dire, cioè, che quel processo di n1atitrazione e di trasf ormazione, durato già tanti anni nella DC, da partito a struttura prevalentemente clientelare a partito tnoderno, da partito dei cattolici a partito il più possibile omogeneo alla società italiana a tutti i suoi livelli, questo processo (che nel 1958 parve a noi, in parte erroneamente, già avviato alla sua conclusione) non è ancora terminato. Ora, è proprio col portare a termine questa evoluzione che si batte definitivamente la destra in seno alla Democrazia Cristiana: e ci sembra chiaro che tale evoluzione non si conditce certo a buon fine contrapponendo Moro a Fanfani o rifiutando l'azio11e che Fanfani ha svolto tra il '54 ed il '59 nel partito e per il partito. All'on. Moro va certamente riconosciuto il merito di itn'azione tenace e lungimirante per la realizzazione del nU:ovo allineamento politico e dell'allargamento dell'area democratica: egli ha guidato la DC in questa lunga marcia con prudenza (a momenti perfino eccessiva), ma anche con precisa consapevolezza dei fini da raggiungere. E tuttavia v'è un lirnite anche alla sua azione, che sarebbe erroneo perdere di vista · proprio da parte di chi vuole quei fini medesimi: ed è il lin1ite di una demiurgia in bilico in uno schieramento di forze S· Bibliotecaginobianco

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