Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

• Note della Redazione sono quelli venuti alla luce per Piccardi: i « corsivisti » del « Tempo » potrebbero ben divertirsi a spese dell'antifascismo e della sinistra democratica in un caso del genere, chiamando in causa i precedenti del candidato Piccardi quando un suo compagno di lista, magari proprio Ferruccio· Parri, -dovesse richiamarsi ai valori della Resistenza. Anche i con1unisti, infine, hanno manifestato una certa indignazione per il comportamento di Piccardi ( « un uomo simile non dovrebbe più avere tra i radicali funzioni dirigenti », si è letto sul « Paese sera »): il che significa che, con Piccardi a bordo, la zattera del naufragio radicale difficilmente potrà approdare su qualche isola del diradato arcipelago frontista; mentre, se Piccardi si facesse da parte o fosse buttato a mare, i comunisti sarebbero ben lieti di arruolare gli altri naufraghi, come già a suo tempo arruolarono i naufraghi della Democrazia del Lavoro capeggiati da Molé e Cerabona. Ernesto Rossi e compagni si ritrovano dunque di fronte allo stesso problema che nei mesi scorsi, prima del naufragio, era stato posto da Cattani e da Pannunzio: invitare Piccardi a mettersi da parte. Con Piccardi la zattera va a fondo; senza Piccardi potrebbe continuare a galleggiare. Non se ne potevano rendere conto prima, Ernesto Rossi e compagni, che il punto d'arrivo sarebbe stato uguale al punto di partenza e che tutto il loro accanimento non poteva conseguire altro risultato di quello effettivamente conseguito, del naufragio di un piccolo e nobile partito, per ritrovarsi in pochi, e i meno autorevoli, su una zattera alla deriva? Forse Piccardi adesso capirà lui ciò che Rossi non ha voluto capire; e per non aggravare ulteriormente la sua situazione, che da tutta la vicenda ultima è stata molto aggravata, si metterà finalmente da parte. Come dicevamo, in tal caso la zattera continuerà a galleggiare. In quali acque? In quelle socialiste? Auguriamoci di no, perché i radicali di oggi potrebbero diventare, nell'ambito dello schieramento socialista, un elemento di disturbo se non di impedimento per l'evoluzione autonomistica. Tanto è vero che è verso le acque frontiste che sono irresistibilmente attratti molti di coloro che hanno formato l'eterogenea maggioranza che, fra il «Mondo» e Piccardi, ha preferito Piccardi. Comunque, pur galleggiando, questa zattera rimarrà una zattera. Quanto al gruppo del « Mondo », esso rimane raccolto intorno al « più libero settimanale che abbia avuto sino ad oggi l'Italia»: ha più che mai una funzione da svolgere, nel quadro del consolidamento e dell'espansione dell'apertura a sinistra, e non solo sul piano dell'attività pubblicistica. E anche chi come noi non faceva più parte da tempo del Partito Radicale; o non ne aveva mai fatto parte, non per questo ha mai sentito allentarsi i legami contratti col « Mondo », se non altro perché è sul « Mondo » o dal « Mondo » che abbiamo imparato la dignità del mestiere di giornalista e la coerenza dell'impegno politico disinteressato: e questo impegno non si esaurisce certo con la vicenda contingente del Partito Radicale. 36 Bibliotecaginobianco

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