Francesco Compagna recuperabile in senso rivoluzionario per il pri1110: « l'analisi di Dorso è più sottile, egli prende coscienza di un altro elemento potenzialmente positivo della vita nazionale »; quell'elemento, ci sia concesso di rilevare, su cui si è fondata la politica frontista dei comunisti nel Mezzo~ .giorno (proprio per Dorso, anzi, Villari sembra discostarsi da Salvadori, che al solitario irpino aveva rimproverato di essersi « attaccato » al Salvemini dell'« Unità » invece che al precursore di Gramsci come teorico dell'alleanza fra operai del Nord e contadini del Sud). Quanto alla nota di presentazione che Villari premette al saggio di Gramsci su « il Mezzogiorno e la rivoluzione socialista », essa è chiaramente dominata dalla preoccupazione di restringere la portata delle considerazioni di Rosario Ron1eo sulla storia dello sviluppo economico italiano e sugli errori che si commettono quando sulle orme di Gramsci si assume la « mancata rivoluzione agraria » come criterio di interpretazione ·storica dei problemi di sviluppo del nostro paese. Gli argomenti di Villari sono poco persuasivi e faticosamente esposti con u.n discorso indiretto sugli « effetti negativi che l'immobilizzazione delle strutture ha avuto nell'evoluzione delle campagne » e sulla « incapacità di espan- - sione dell'industria moderna »: a proposito della quale, a nostro giudizio, si dovrebbe riaprire il discorso alla luce di tutte le esperienze di ipersviluppo e di sottosviluppo regionale nei paesi industrializzati; alla luce delle conseguenze dovute alla prevalenza degli indirizzi liberistici di politica economica, in Italia, e non soltanto in Italia; alla luce di certe attuali tendenze, di espansione, appunto, in senso territoriale, dell'industria moderna, cl1e anche in Italia si vanno delineando, sia pure fra rilevanti contrasti e non trascurabili contraddizioni. Onde, più che di denunciare la « incapacità di espansione dell'industria moderna », si dovrebbe discutere degli indirizzi di politica economica che l1anno indotto e inducono l'industria a concentrarsi territorialmente e a comportarsi malthusianamente, da un lato, e, dall'altro lato, degli indirizzi di politica economica, propri delle moderne democrazie liberali, che si propongono di provocare in tutti i sensi un'espansione dell'industrializzazione. Villari, invece, ribadisce la sua convinzione intorno al contrasto fra Nord e Sud che sarebbe « insuperabile nell'ambito del sistema politico-sociale che si è creato sulla base delle premesse risorgimentali e in piena coerenza con esse »; e giustifica, quindi, « il cosiddetto 'processo al Risorgimento', che fu una delle manifestazioni pii1 vive e profonde della cultura italiana », in quanto « ricerca » che, come affermava Gramsci, tendeva a « basare su tutto il passato i fini da raggiungere nell'avvenire e da proporre al popolo come una necessità cui collaborare consapevoln1ente ». Ma altro è indicare le ragioni pra30 • Bibliotecaginobianco ,
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