Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Epigoni del meridionalismo comunista mente la storia d'Italia dal 1860 in poi come la storia della difficile costruzione di un paese moderno, intrapresa dalle minoranze liberali e contrast~ta da cospicue forze illiberali, portata avanti fra alt~rne vice11de e non senza costosi sacrifici, non ancora compiuta, ma pur riuscita a far si che i « briganti » rappresentino oggi un fenomeno assai piu circoscritto di quanto non fosse una volta, cl1e molti « cafoni » siano diventati operai e che altri stiano per diventarlo, che l'emigra- . zione non si sia risolta solo in una serie di conseg11enze negative e abbia. ora prospettive assai diverse, e non peggiori, di quelle che aveva quando era soltanto transoceanica. Abbiamo molte colpe da addebitare alla borghesia liberale italiana, ma non addebitiamo ad essa, · con un procedimento approssimativo e sbrigativo, la responsabilità di fenomeni che essa ha co1nbattuto, come ha potuto e qua11do ha potuto; o che essa magari non ha combattuto, come avrebbe· dovuto, ma non ha certo fomentato nemmeno indirettamente, come li hanno fomentati forze illiberali, borboniche, dominanti nella società meridionale e non ancora del tutto disarmate. Ora, non si trova nell'antologia di Villari un giudizio che non sia conforme alla citata formula pubblicitaria, e alla risposta che essa sottointende: non si trova, cioè, la preoccupazione di precisare l'entità del balzo in avanti che, malgrado i briganti, i cafoni e l'emigrazione, il Sud ha fatto nel momento e dal momento in cui è entrato nella storia d'Italia, ricongiungendosi all'Europa moderna. Si trova, invece, il consueto schema comt1nista d'interpretazione della questione meridionale e della letteratura meridionalista, privo, peraltro, del vigore con cui è stato presentato da altri autori comunisti, scolorito, anzi, dalle preoccupazioni derivanti dalla natura dell'iniziativa editoriale che è alla origine dell'antologia. Si dovrebbe dedurre già da ciò che l'antologia di Villari non fornisce uno strumento utile per « fare il punto » sulla polemica meridionalista e sul problema del Sud nella storia d'Italia; e che essa è, invece, un altro testo della letteratura comunista sulla questione 1neridionale, non migliore e non peggiore di altri, dominato da intenti di parte, nonostante gli sforzi dell'autore per passare su un terreno di pura storiografia. È stato .quindi giustamente rilevato da Enzo Tagliacozzo sul « Mondo » che, anche se nell'antologia di Villari « figurano scritti di autori delle più diverse tendenze, la scelta quantitativa e qualitativa del materiale, e le pagine esplicative e di collegamento dei vari brani, fanno traboccare la bila~cia a favore delle tesi politiche del I compilatore »; e che « i brani dei singoli autori vengono commentati ed eventualmente criticati dal curatore in modo da dar rilievo alle cose che 23 Bibliotecaginobianco

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