« Schema Vanoni» e Mezzogiorno dere che gli investimenti nei « settori propulsivi » fossero sufficienti a determinare l'atteso cambiamento nella posizione del Mezzogiorno rispetto al Nord, e precisava esplicitamente che i capitali che si sarebbero investiti in detti settori, per sortire gli effetti desiderati, avrebbero dovuto essere integrati dalla creazione di un'attrezzatura produttiva, fonte permanente di reddito e di occupazione, e tale da dar luogo ad un meccanismo di sviluppo autopropulsivo ancora mancante nel Mezzogiorno e in assenza del quale era da attendersi il mantenin1ento della situazione di squilibrio nei confronti del Nord 4 • Ora, quanto agli investime11ti direttamente produttivi, la cui intensificazione, come effetto anche degli interventi nei « settori propulsivi », rappresentava di per sé uno dei presupposti dello « Schema Vanoni », è da ricordare che lo « Schema » stesso prevedeva che gli investimenti netti addizionali del decennio 1955-64 dovessero concentrarsi per il 49 % nel Mezzogiorno, con percentuali che andavano dal 50 % per il settore industriale al 45 % previsto per i servizi. Dovrebbe essere superfluo ribadire, ma forse il caso lo richiede, che lo « Schema » precisava 5 che il raggiungi1nento degli obiettivi indicati avrebbe comportato che gli investime11ti direttamente produttivi si ripartissero tra Nord e Mezzogior110 in funzione degli sviluppi di reddito e di occupazione previsti. U11 esame degli svolgimenti cl1e ha11no avuto luogo nell'economia italiana dopo la presentazione dello « Scl1ema Vanoni » sarebbe di notevole interesse, ma richiederebbe ovviamente spazio maggiore di quello che può essere qui consentito. Basterà forse, ai fini dell'argomento, individuare il tipo di meccanismo e le politiche che hanno presieduto all'impetuoso sviluppo che indubbiamente si è avuto. A tal riguardo si può affermare che, se il quadro dei risultati di detto svilt1ppo si presenta sotto molti aspetti conforme a quello indicato nello «Schema», profondamente diversi sono stati gli stimoli cl1e hanno operato nel nostro sistema economico e quindi la natura del meccanismo di sviluppo; e innanzitutto si deve rico11oscere, che per il conseguimento del saggio di sviluppo previsto, non è stata necessaria, e comunque non si è avuta, la politica di propulsione che lo « Schema » immaginava doversi perseguire in diversi settori dell'economia pubblica. In effetti, l'importanza e la continuità della favorevole congiuntura internazionale, l'inserimento dell'Italia nella C.E.E., l'aumento della domanda interna di beni di consumo i11misura anche superiore 4 Cfr.: Schema di sviluppo, ecc. op. cit. pag. 77. s Cfr.: Schema di sviluppo, ecc., op. cit., pag. 83. 1.7 Bibliotecaginobianco
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