• Pasquale Saraceno degli scarti esistenti tra Nord e Mezzogiorno » 2 ; dovrebbe quindi essere ovvio che ogni giudizio sul raggiungimento degli obiettivi prefissi non possa prescindere dalla verifica della rispondenza a tali obiettivi delle politiche e del meccanismo che in concreto si sono avuti. Tale richiamo al « quadro » in cui ha avuto luogo l'evoluzione della società italiana negli anni successivi allo « Schema Vanoni » non deve essere considerato un espediente dialettico: in effetti, il meccanismo di sviluppo e gli stimoli di cui ha goduto l'economia italiana sono risultati tanto diversi da quelli previsti dallo « Schema » da porre in discussione, già dai primi tempi, le possibilità di realizzazione di alcuni importanti obiettivi che lo « Schema » si proponeva e in particolare delle linee di sviluppo indicate per il Mezzogiorno 3 ; l'analisi del Prof. Tagliacarne non tiene conto di detti elementi e quindi non può non essere giudicata incompleta. Si ricorderà che lo « Schema » supponeva che, finita la ricostruzione post-bellica, un ulteriore e adeguato sviluppo dell'economia italiana dovesse trovare gli stirr1oli più rilevanti nell'accelerazione degli investimenti in alcuni settori, considerati « settori propulsivi », ai quali era peraltro affidato il compito non solo di dare impulso, attraverso il processo moltiplicativo e l'utilizzo di risorse naturali, all'incremento del reddito globale, ma anche di introdurre nel nostro processo di sviluppo elementi di riequilibrio settoriale e zonale. Veniva infatti previsto che i programmi di interv½nto nei « settori propulsivi » dovessero dar luogo alla creazione di opere ambientali e di altre economie esterne che sono pregiudiziali ad ogni processo di sviluppo e che avrebbero dovuto modificare in favore delle zone meno progredite del Paese i termini di convenienza agli investimenti direttamente produttivi; il fatto che oltre il 45 % degli investimenti ritenuti necessari nei « settori propulsivi » per il decennio 1955-64 fosse destinato alle regioni meridionali indica chiaramente l'importanza che a tali investimenti si attribuiva nel quadro del processo di riequilibramento della sit11azione economica delle diverse zone del Paese. Tuttavia lo stesso « Schema Vanoni » metteva in guardia dal cre2 Cfr.: Schema di sviluppo dell'occupazione e del reddito in Italia nel decennio 1955-1964 in « Documenti sul programma di sviluppo economico », a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma 1957, I ediz. p. 83. 3 Cfr. la risposta del Presidente del « Comitato per lo sviluppo dell'occupazione e del reddito» al discorso pronunciato dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 13 dicembre 1956 nel corso della seduta di insediamento del Comitato stesso , in « Documenti sul programma di sviluppo economico», op. cit. pagg. XVI-XVII. Cfr. inoltre: Schema di sviluppo e Mercato comune Europeo, rapporto del Presidente del « Comitato per lo sviluppo dell'occupazione e del reddito » al Presidente del Consiglio dei Ministri, Roma, 1957, pagg. 3-4. 16 Bibliotecaginobianco
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